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Emergenza rifiuti: la raccolta rischia la paralisi in 54 Comuni tra Latina e Roma

Mentre la società Rida Ambiente e la Regione Lazio si accusano reciprocamente a suon di diffide, montagne di rifiuti potrebbero tornare nelle strade di 54 Comuni delle province di Roma e Latina. L’azienda chiede nuovi sbocchi per gli scarti del trattamento di rifiuti e minaccia di chiudere l’impianto Tmb. Ciò porterebbe allo stop della raccolta dell’indifferenziata.
A cura di Luca Ferrero
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Foto d'archivio
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Il caos rifiuti è di nuovo dietro l'angolo. Un rischio che riguarda decine di comuni in provincia di Roma e di Latina, tra i quali proprio il capoluogo pontino. È in atto una disputa tra la società Rida Ambiente di Aprilia e la Regione Lazio: un continuo rimbalzo di responsabilità potrebbe infatti di nuovo far precipitare la situazione, con immondizia lasciata nelle strade com'è accaduto nella scorsa estate. L'azienda, che gestisce i rifiuti indifferenziati in molte città, ha fatto sapere di aver esaurito gli sbocchi nelle discariche fuori dalla regione. Ha quindi allertato la Regione con una diffida e un preavviso di sospensione dell'attività di trattamento dei rifiuti. Immediata la diffida di risposta, firmata dal direttore regionale del ciclo dei rifiuti.

54 Comuni a rischio emergenza rifiuti

Rida Ambiente ha diffidato la Regione Lazio con una lettera indirizzata alla Procura di Roma, nella quale si chiede di disporre di una discarica adeguata dove conferire i rifiuti. Per Fabio Altissimi, titolare di Rida, sarebbero terminati gli sbocchi fuori regione destinati agli scarti prodotti dall'impianto TMB. La società, infatti, possiede uno dei due soli impianti presenti in regione per il trattamento meccanico-biologico dei rifiuti indifferenziati. Altissimi esige condizioni eque e minaccia di chiudere l'impianto, bloccando così l'accesso ai camion carichi di rifiuti. In tal caso, si verificherebbe una paralisi della raccolta dell'indifferenziata in 54 comuni nelle province di Roma e Latina. Anzio, Castel Gandolfo, Ariccia, Nettuno, Marino e altri centri in provincia di Roma. E poi Latina stessa, con Aprilia, Cisterna, Sabaudia e tante altre città dell'Area metropolitana. Immediata la replica della Regione Lazio con una diffida di ritorno. Nella nota, firmata dall'ingegnere Wanda Ercole, si fa sapere che non ci sono i presupposti per interrompere il servizio pubblico di trattamento dei rifiuti. Il rischio di questa guerra di diffide appare evidente: montagne di spazzatura per strada tornerebbero a minacciare la salute di migliaia di cittadini.

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