Emergenza rifiuti, Giulia operaia Ama: “Ormai raccogliamo i rifiuti con le mani tra blatte e topi”
La crisi del ciclo dei rifiuti della capitale ormai si è trasformata in emergenza. Tonnellate d'immondizia ricoprono strade e marciapiedi, mentre lo scontro istituzionale tra Comune e Regione continua a essere altissimo. Per uscire dall'emergenza serve trovare soluzioni immediate e di medio termine con nuovi impianti e una discarica. I sacchetti marciscono sotto il sole e con le alte temperature si paventa il rischio di una crisi sanitaria.
Soffrono i cittadini, ma soffrono della situazione anche gli operatori di Ama tutti i giorni in prima fila. Abbiamo incontrato Giulia (il nome è di fantasia), che ha accettato di raccontarci le condizioni di lavoro che lei e i suoi colleghi stanno affrontando in queste settimane, costretti a raccogliere i rifiuti che giacciono a terra da giorni. "Raccogliamo rifiuti putrescenti in mezzo ai topi, ai vermi, con le blatte, questa è una cosa indegna non è giusto lavorare così, non è giusto per nessuno", racconta sconsolata.
"Siamo in una condizione in cui abbiamo i mezzi di raccolta fuori uso, le macchine madri quelle che vedete voi dove i camion vanno a scarica sono sempre piene, per questo c'è sempre un residuo, un lascito di raccolta. E dopo due settimane si è visto quello che è successo, siamo già in un'emergenza rifiuti che può anche diventare emergenza sanitaria", continua. Giulia racconta come ormai i rifiuti a Roma si raccolgono con le mani: "La nettezza urbana di fatto non è più meccanizzata ma è manuale". Condizioni di lavoro che "mettono a rischio la salute degli operai", costretti letteralmente a mettere le mani nell'immondizia, e ovviamente anche di tutti i cittadini.
Giulia ha chiarissimo cosa andrebbe fatto, che servono gli impianti, che serve una discarica e aumentare la raccolta differenziata rimasta sostanzialmente ai livelli del 2016 nonostante le promesse di Raggi. "Non è concepibile che nel 2021 non siamo arrivati ad avere un ciclo integrato dei rifiuti, metterlo a punto ci avrebbe aiutato anche con i livelli di inquinamento, un'azienda come Ama, la più grande d'Europa, avrebbe fornito ai cittadini che pagano un servizio adeguato", spiega. E se la politica si rimpalla la responsabilità, Giulia ha una certezza: "Ci hanno abbandonato nell'ennesima emergenza che saranno gli operai di Ama a risolvere".
Operai che spesso diventano il bersaglio della rabbia dei cittadini. "Abbiamo denunciato tantissimi episodi di aggressioni, ingiurie, lanci di uova contro gli operai", racconta Alessandro Russo della Cgil. "Vai a spiegare che non è nostra la colpa se non abbiamo un sito dove poter scaricare, se la discarica non c'è, se l'impianto non è stato creato. – aggiunge Giulia – La gente alla fine queste cose non le vuole sentire, vuole un servizio efficiente e i cittadini sono esasperati ed è comprensibile. Però prendersela con noi operai non è giusto, perché noi siamo i primi a pagare la malagestione della politica".
E già da diverse parti si alza il coro di sdegno per lo sciopero di domani indetto da Cgil, Cisl e Uil, che potrebbe rallentare ancora la raccolta a Roma. Russo spiega le ragioni della mobilitazione che è estesa a livello nazionale, invitando i cittadini a non prendersela con i lavoratori: "Mercoledì 30 giugno scioperiamo per chiedere un intervento del governo, per inserire nel Milleproroghe di derogare all'applicazione dell'articolo 177 del codice degli appalti che prevede che chi gestisce i servizi pubblici anche essenziali ne debba mettere l'80% sul mercato. Se non si intervenisse in tempi molto repentini assisteremo a uno sconquasso dei servizi pubblici. Scioperiamo per la qualità e la difesa del lavoro, ma anche per i servizi pubblici che sono di tutti".