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Emergenza cimici asiatiche, nel Lazio una vera e propria invasione nelle case e tra le coltivazioni

Case e coltivazioni del Lazio sono invase dalle cimici asiatiche, ma i danni più evidenti sono quelli provocati da questi insetti proprio ai noccioli e, nello specifico, ai noccioli della Tuscia. Il problema è arrivato nei giorni scorsi in Regione Lazio.
A cura di Enrico Tata
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In estate non sopportano le ondate di calore, in inverno vanno in letargo e spariscono. Ma in autunno si cominciano a rivedere, nelle case e nelle coltivazioni. Sono le cimici asiatiche, una specie che presenta un colore grigio/bruno rispetto a quella verde europea. È una specie invadente, che infesta abitazioni e ama nutrirsi di piante. Per gli alberi da frutto è davvero pericolosa: attenzione a meli, peri, ulivi, viti, noci, albicocchi e noccioli.

Nel Lazio è una vera e propria invasione, ma i danni più evidenti sono quelli provocati da questi insetti proprio ai noccioli e, nello specifico, ai noccioli della Tuscia. Una zona, quella del Viterbese, in cui si concentra l'80 per cento del terreno nazionale destinato alla produzione di nocciole.

L'emergenza legata alle cimici asiatiche nel comprensorio dei Monti Cimini è approdata nei giorni scorsi alla Regione Lazio. La consigliera di Fratelli d'Italia Valentina Paterna ha informato di aver convocato "un'audizione in commissione Agricoltura e Ambiente per affrontare direttamente il problema. Saranno ascoltate le istanze di produttori, sindaci e associazioni di categoria con l'obiettivo di trovare una soluzione condivisa e studiare interventi mirati".

Paterna spiega che "milioni di esemplari della cosiddetta cimice bruna hanno preso d'assalto i territori cimini, creando notevoli disagi sia ai cittadini che agli agricoltori. Secondo le stime raccolte dai sindacati i danni ai raccolti di nocciole si aggirerebbero intorno al 20-30 per cento, con possibili ripercussioni economiche negative per tutto il comparto agricolo".

All'audizione in Regione parteciperanno tecnici specializzati dell'Università della Tuscia: "Un approccio di tipo scientifico è necessario per comprendere le cause che hanno generato l'emergenza ed elaborare strategie affinche' quanto accaduto in queste settimane non si ripeta in futuro. Al tavolo in commissione fra gli altri, prenderanno parte Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Assofrutti. Insieme a loro i sindaci dei comuni più colpiti, i rappresentanti dei principali consorzi di produzione e i dirigenti degli uffici regionali competenti".

Questa specie, arrivata in Italia già a partire dal 2017 in ambienti urbani, è stata segnalata nelle zone agricole a partire dal 2019. Se ne accorsero i produttori di kiwi nella provincia di Latina nel 2019, con la Regione Lazio che comunicò: "Il fenomeno diffuso ampiamente già da qualche anno, con conseguenze disastrose, in altri areali agricoli di importanti regioni del Nord-Italia tra cui Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Piemonte, era sconosciuto finora negli ambienti agricoli della nostra regione".

La cimice asiatica è un insetto di origine cinese che, come abbiamo ricordato, attacca e provoca gravi danni a diverse specie di frutta e verdura (albicocco, ciliegio, fico, kiwi, melo, melograno, nocciolo, noce, pero, pesco, susino, vite, pomodoro, fagiolo, peperone e zucca). Proprio per contrastare il problema che coinvolge soprattutto i noccioli della Tuscia, nel Lazio è stato costituito nel 2020 il Coordinamento Coricolo Territoriale (CCT), che ha l'obiettivo "di monitorare la presenza dell’Halyomorpha halys (cimice asiatica), conoscere la sua diffusione e accertare gli eventuali danni causati alle coltivazioni nei corileti dell’Alto Lazio".

Questa specie provoca danni all'agricoltura, ma è innocua per gli esseri umani. Molto fastidiosa, però, risulta la presenza in diverse zone urbane del Lazio, con alcune abitazioni letteralmente invase da questi insetti.

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