Emergenza abitativa e caro affitti: a Roma il Giubileo rischia di scatenare la tempesta perfetta
La questione abitativa a Roma è cresciuta e cambiata insieme alla città, di decennio in decennio assumendo i contorni oggi di una nuova emergenza. Con il Giubileo alle porte, non solo sulla Capitale sembra addensarsi la tempesta perfetta dell'emergenza abitativa, ma nuovi problemi e questioni necessitano di nuove lenti per capire la realtà della città. E proprio questo è l'obiettivo del rapporto "Di casa a Roma. Un'indagine sull'abitare" dell'associazione Nonna Roma, a cui hanno contribuito attivisti, ricercatori, amministratori locali, sindacalisti, che è stato presentato la scorsa settimana nell'ambito di due giorni di incontri e seminari che hanno visto la partecipazione di circa 300 persone.
Il rapporto si concentra in particolare modo sul mercato degli affitti, perché è proprio la difficoltà di reperire un alloggio sul mercato per fasce sempre più significative della popolazione, l'emergenza che rischia di esplodere.
Una situazione a cui concorrono una serie di fattori differenti. L'inflazione e l'aumento del costo della vita hanno reso in alcuni casi insostenibile la porzione di reddito destinato da single e famiglie alle spese per la casa (affitto, utenze, condominio), e l'aumento dei tassi variabili dei mutui ha fatto aumentare il numero degli insolventi. Contestualmente la fase di incertezza economica ha portato a richieste più stringenti da parte dei proprietari di casa per stipulare un contratto d'affitto: siamo al punto che una giovane coppia che lavora, ma che non in cui nessuno dei due ha un contratto a tempo indeterminato, fatica a trovare una casa in affitto nella capitale perché i proprietari ritengono le garanzie che possono offrire insufficienti.
L'aumento dei tassi d'interesse e la richiesta di sempre maggiori garanzie per accendere un mutuo, rende poi sempre il “sogno” della casa di proprietà sempre più un miraggio. Sono poi sempre di più i locatari che scelgono di mettere sul mercato degli affitti brevi il proprio (o i propri) immobili, in particolare tramite piattaforme come Airbnb. Gli affitti brevi sono considerati meno rischiosi di avere un inquilino stabile, e sono più remunerativi. La mancata regolamentazione di questo tipo di locazione, per lo più indirizzata al turismo, sottrae immobili al mercato degli affitti a lungo termine, generando fenomeni di speculazione e di aumento dei prezzi. Una bolla che rischia di gonfiarsi ancora di più con il Giubileo alle porte.
Al quadro che appare già di per sé complesso, vanno poi aggiunte le scelte del decisore politico. Il governo Meloni ha cancellato l'ultimo strumento di tutela per gli inquilini che sono in sofferenza, il contributo all'affitto che veniva erogato dalle regioni tramite i comuni. Una scelta che, insieme alla cancellazione del reddito di cittadinanza, ha colpito proprio quelle famiglie che faticavano a rimanere nel mercato ad accesso libero. E visto che le case popolari sono poche, troppo poche, e l'edilizia residenziale pubblica è ferma da decenni, ecco aumentare gli sfratti esecutivi. L'ultimo elemento è quello degli studenti fuori sede: il caro affitti, la difficoltà di reperire un alloggio e la mancanza di residenze per studenti, creano un ulteriore emergenza, come testimoniato dalle proteste degli studenti nelle tende degli scorsi mesi.
E con l'Anno Santo alle porte il rischio, secondo le organizzazioni sociali, le associazioni e molti ricercatori, è che Roma diventi una città dove sia impossibile abitare per centinaia di migliaia di persone che qui hanno la loro vita, che qui studiano e lavorano. Per questo l'indagine di Nonna Roma non si limita a fotografare il presente, e a fornire alcuni strumenti per intervenire, ma avanza anche delle proposte all'amministrazione comunale, a partire dal Piano Casa varato dall'amministrazione Gualtieri. In particolare si chiede l'istituzione effettiva di un osservatorio sulla condizione abitativa, per avere numeri e dati che rendano possibile disegnare strumenti d'intervento adeguati, e di un'agenzia sociale per l'abitare, uno strumento che sostenga le famiglie che perdono a casa a non farle scivolare nell'emergenza. Sì perché se oggi perdi casa a Roma, l'unica risposta è la Sala Operativa Sociale che forse ti può trovare un posto letto.
L'idea invece è che l'agenzia possa intervenire prima che lo sfratto per morosità diventi esecutivo, facendo un'opera di intermediazione aiutando le famiglie a reperire un alloggio sul mercato (ad esempio con un fondo di garanzia pubblico per gli affitti). Non c'è poi nessuno strumento al momento per intervenire prima dello sfratto, per questo si propone un'effettiva riforma del welfare sulla casa, con un "buono" in grado di sostenere gli inquilini prima di diventare morosi e non dopo come accade ora.
In ultimo ci sono gli affitti brevi: è necessario limitarli, e questo ormai è evidente, ma come farlo non è così scontato essendo una materia di competenza nazionale. Serve condurre una battaglia vera, anche istituzionale con il governo e con la Regione Lazio, per avere strumenti di controllo e governo del fenomeno effettivi. Intanto, l'amministrazione comunale di Roma potrebbe avere un po' di coraggio e tentare di intervenire autonomamente, anche a rischio di forzare la norma: questo aiuterebbe sicuramente a mettere al centro la questione.