Emanuela Orlandi, Pietro nel podcast di Fedez: “In Vaticano c’è ancora chi ha qualcosa da perdere”

Dopo incontri e scontri si mostrano insieme nell'ultima puntata di Pulp Podcast, il vodcast di Fedez e Mr Marra, Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela scomparsa a 15 anni da Roma il 22 giugno del 1983 e Francesca Immacolata Chaouqui, avvocata volto noto di Vatileaks. Dopo aver collaborato insieme tempo fa, per cercare di rintracciare quella fantomatica cassa custodita nei sotterranei della basilica di Santa Maria Maggiore durante i controlli per la estumulazione della salma di De Pedis, sepolto lì per volere di Don Vergari e dopo la questione delle chat del 2014, negli ultimi mesi avevamo assistito ad una spaccatura fra i due.

"È tornata dalla parte del Vaticano, ha cambiato versione", diceva Pietro Orlandi. A ciò Chaouqui rispondeva sottolineando la sua imparzialità e fiducia nella Santa Sede: "Non posso pensare che nello Stato Pontificio sappiano dove sia sepolta Emanuela, altrimenti si macchierebbero di occultamento di cadavere da anni". Oltre a ripercorrere i vari passi sul caso Orlandi, Fedez ha parlato di uno "strano cerchio in cui circolano sempre gli stessi nomi".
Il fascicolo scomparso dall'Archivio di Stato
"Secondo me è un depistaggio: mi sembra creato appositamente per far parlare e sviare le indagini", è il commento di Alessandro Ambrosini, giornalista che da tempo segue il caso Orlandi e che nel dicembre del 2022 ha pubblicato degli audio inediti con dei legami fra De Pedis e papa Woytjla in merito alla scomparsa di Emanuela.
"Sui fascicoli nessuno mi ha detto niente. L'unica novità è che in Vaticano hanno fatto sapere l'esistenza del dossier su Emanuela Orlandi. Che attenzione non è quello di padre Lombardi, che era stato fatto sulla base del libro che ho scritto io. Ma quello di Domenico Giani".

Emanuela Orlandi, la malavita romana e i legami con Diddi
Negli audio pubblicati da Ambrosini, una personalità legata alla criminalità romana e alla banda della Magliana avrebbe parlato di presunti abusi da parte di papa Wojtyla nei confronti di Emanuela Orlandi. A dirlo sarebbe un vicinissimo sodale di De Pedis.
"Non dobbiamo dimenticarci di Carminati, nel doppio ruolo nel nucleo dei Nar e nella banda della Magliana". Carminati e soprattutto la rapina che ha svolto al caveau potrebbero nascondere risvolti interessanti sulla scomparsa di Emanuela Orlandi.
"Non dobbiamo dimenticarci che a processo è stato lui stesso a spiegare che nel caveau derubato non c'erano soltanto soldi, come se volesse avvertire qualcuno (da tempo si ipotizza che potessero esserci anche documenti legati al caso di scomparsa Orlandi, ndr) – ipotizza ancora Fedez, nel gioco di avvertimenti di cui prima – Inoltre va tenuto presente che Carminati era coimputato di Buzzi nel processo a Mafia Capitale. E che Buzzi era difeso dall'avvocato Alessandro Diddi, lo stesso Diddi che adesso si trova a capo delle indagini in Vaticano. Non ho nulla contro Diddi, ma se la volontà è quella di fare chiarezza, avrebbero potuto chiamare delle persone lontane da questo cerchio un po' strano".
Emanuela Orlandi e il ricatto in Vaticano: "Cosa ha da perdere la Santa Sede?"
Nel corso del podcast emerge anche la possibilità che si tratti di un ricatto con due soggetti alla base: "Vengono mescolate cose vere e false affinché chiunque debba comprendere possa farlo", spiega Ambrosini. Ogni reperto trovato darebbe la possibilità di comunicare a due parti in causa, un ricattato e un ricattatore.
"Il Vaticano di oggi ha davvero qualcosa da perdere?", si chiede Chaouqui. "Sono oltre 40 anni che ha qualcosa da perdere, potrebbe essere la credibilità a livello mondiale. Si tratta ormai di un'eredità tramandata nella Santa Sede".
Emanuela Orlandi a che punto siamo
Il primo a parlare è stato Pietro Orlandi, che ha fatto il punto sulle indagini. "Inchiesta in Vaticano, inchiesta in Procura e bicamerale d'inchiesta. Poi si aggiunge la mia, se vogliamo. A due anni dall'inchiesta aperta in Vaticano non ho saputo niente: io suggerii a Diddi di parlare con Chaouqui, che non è stata ancora consultata. In commissione, invece, c'è chi rema contro: si tratta di Gasparri che si è espresso soltanto due volte: nel primo caso sull'audizione di Nicotri, unico giornalista chiamato a parlare in Vaticano. Nel secondo, invece, ha commentato quella di monsignor Vergari".

Il ruolo del cardinale Re sul caso Orlandi
"Il cardinale Re è il più anziano fra i cardinali, poverino ora passa tutti i giorni a letto. La vita di una persona è più importante di quella di un prete: fatico a credere che si sia qualcuno che sa e che non dice". Da qualche settimana è stato riconfermato nel ruolo di Decano del Sacro Collegio da papa Francesco: secondo Pietro Orlandi sarebbe da convocare. "Secondo Ali Agca sarebbe a conoscenza di quanto è successo a mia sorella".

Capaldo, la trattativa col Vaticano e l'arrivo di Pignatone
"Possiamo fare sapere se Emanuela è viva o morta solo purché la procura imbastisca una storia verosimile che tolga i dubbi sulla responsabilità del Vaticano. Capaldo disse che in Vaticano ci sono delle persone responsabili di quanto accaduto ad Emanuela, ma che non ritenevano necessario ai fini delle indagini farsi avanti", ha ribadito ancora una volta Pietro Orlandi, ricordando quanto spiegato da Capaldo negli anni della cosiddetta trattativa con il Vaticano gestita, per la Procura, dal pm e per il Vaticano dal capo della gendarmeria Vaticana Domenico Giani e il suo vice, Costanzo Alessandrini.
Poi è arrivato Pignatone. "La compagna di De Pedis tranquillizzava Dor Vergari chiamandolo Procuratore nostro – continua Orlandi – E quando è arrivato in Procura ha archiviato l'indagine: fra gli indagati c'era anche lo stesso Vergari".