Emanuela Orlandi, Pietro e avvocata Sgrò sul Giubileo: “Vogliamo chiedere una giornata per gli scomparsi”
Una giornata del Giubileo 2025 da dedicare alle persone scomparse: questa è la proposta che l'avvocata Laura Sgrò e Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, scomparsa il 22 giugno 1983, vogliono porre all'attenzione di Papa Francesco. A quasi quarantadue anni dalla scomparsa della quindicenne, mentre il mondo cattolico ha gli occhi puntati su Roma per il Giubileo della Speranza, potrebbe rappresentare un ulteriore faro sulla vicenda di Emanuela Orlandi e su tutti i casi che ancora non hanno trovato una fine.
Una giornata del Giubileo dedicata agli scomparsi: la proposta
"Vogliamo proporre al santo padre una giornata per gli scomparsi nell'ambito del Giubileo", ha dichiarato l'avvocata Sgrò nel corso dell'odierna puntata di Storie Italiane, trasmissione televisiva di Rai Uno condotta da Eleonora Daniele. Nel corso del programma hanno ripercorso i casi di Alessio Venturelli, scomparso da cinque anni e Gianmarco Pozzi, morto in circostanze misteriose a Ponza per le cui indagini è stata chiesta l'archiviazione. "Solidarietà, è il minimo che si possa fare in questi casi", è stata la dichiarazione di Pietro Orlandi, che per anni si è trovato a lottare contro l'archiviazione del caso di scomparsa della sorella.
Attualmente, infatti, sono in corso tre indagini aperte per cercare di fare chiarezza sul caso della quindicenne scomparsa: quella della Procura di Roma, quella in Vaticano e quella della commissione bicamerale d'inchiesta, nonostante la presenza di alcuni membri che, secondo Orlandi, avrebbero la volontà di creare problemi ai lavori. "Noi abbiamo superato la fase di archiviazione. Dal punto di vista investigativo abbiamo ottenuto un risultato – ha spiegato l'avvocata Sgrò – Ora ci manca quello vero, dopo 41 anni, con una soluzione".
Pietro Orlandi sull'archiviazione dei casi: "Per i familiari è difficile da accettare"
"In questi casi, la solidarietà è il minimo che si possa fare", ha continuato Pietro Orlandi. "È sempre brutto e triste parlare di archiviazione – ha aggiunto – Io vedo la persona che diventa un pezzo di carta con un timbro sopra e viene messa in un cassetto. Come si fa ad accettare un'archiviazione?"
Poi ha parlato del ruolo del giudice: "È un mestiere difficilissimo, di responsabilità. Non è un lavoro come un altro, è una missione: ha il compito di dare giustizia. Se tu non riesci a dare giustizia non per incapacità, ma per volontà, per interesse, perché vuoi archiviare vuol dire che hai fallito nella missione, che hai sbagliato – ha spiegato – Per i giudici passa il giorno dopo. Per i familiari invece resta lì, non si pensa mai che per i familiari resta lì. Non puoi accettarla, soprattutto quando ci sono delle prove che dovrebbero essere approfondite e non vengono approfondite".
Pietro Orlandi, il punto sulle nuove indagini: "Svolta sulla pista di Londra"
A proposito delle indagini sul caso Orlandi, non hanno esitato ad ammettere che sembrano esserci esserci delle novità, soprattutto nell'ambito della pista londinese. "Ci sono elementi nuovi sia in commissione che in Procura – hanno fatto sapere – Già il fatto che il funzionario della segreteria particolare di Spadolini nel 1983 (quello che ha parlato di un volo richiesto dal Vaticano per Londra, ndr) abbia accettato di essere ascoltato sia in commissione che in procura è una novità. Non è venuto a dirci cose che poi non ha confermato: ci ha messo la faccia".
Per la risoluzione del caso, probabilmente, occorrerà aspettare ancora un po'. Nel frattempo l'appuntamento in occasione del compleanno di Emanuela Orlandi è a piazza Cavour dalle 16 alle 18 a Roma. E resta la fiducia di Pietro Orlandi sulla giustizia: "Dovrebbe essere normali, invece viene considerata ancora una sorta di utopia – ha detto, prima di concludere – Bisogna pregare, bisogna fare appelli. Però ce la dobbiamo fare, perché è un diritto che nessuno potrà maio toglierci".