Emanuela Orlandi, Pietro contro Gasparri: “Imbarazzante che difenda chi accusa la mia famiglia”
Prima dell'istituzione Maurizio Gasparri si era scagliato contro Pietro Orlandi. Oggi, invece, ha dichiarato "risolutiva e istruttiva" l'audizione dello scrittore Pino Nicotri, secondo cui la scomparsa di Emanuela Orlandi si sarebbe trattata di una violenza familiare e non di un rapimento. Dopo aver appreso, tramite una nota, quanto dichiarato dal senatore, non ha tardato ad arrivare la risposta di Pietro Orlandi.
"Si sta cadendo nel ridicolo. Chi poteva considerare risolutiva e istruttiva l’audizione di Nicotri se non Gasparri? – scrive sui social network – Tutto ciò è veramente imbarazzante, li avrei voluti entrambi davanti per smentire tutto quello che ha detto, ma a qualcuno fanno comodo le idiozie raccontate da Nicotri. Tutto ciò è allucinante, stanno giocando sulla vita delle persone. Ma non si vergognano?"
Cosa ha detto Pino Nicotri sulla scomparsa di Emanuela Orlandi: "È stato un cugino o uno zio"
Convocato in audizione lo scorso 11 ottobre, Pino Nicotri ha bocciato apertamente quella che viene definita la pista di Londra: "Io credo che sia stato un normale caso di violenza, una prepotenza finita male da parte di persone nel giro della famiglia: un amico dei genitori, un cugino o uno zio", ha dichiarato, facendo accendere i riflettori sulla pista, fino ad ora già scartata, dello zio di Emanuela, Mario Meneguzzi.
"Lui è stato interrogato da Sica sui suoi alibi due anni dopo – ha spiegato su richiesta del presidente della commissione De Priamo – Ma la memoria dei familiari è diventata accomodante. Dicevano che si trovava a Torano, a 300 chilometri da Roma, quando invece ne dista una novantina in autostrada. Il padre di Emanuela lo ha contattato alle 20.3o, poi lo ha risentito soltanto a mezzanotte. Ma anche lui era davvero a Torano insieme alla moglie, la zia Anna, come scritto da Pietro Orlandi nel suo libro?".
Oltre a ripercorrere e a fornire nuovi interrogati, nel corso della sua audizione, durata circa tre ore, con molti momenti secretati per sua stessa richiesta, Pino Nicotri ha fornito del materiale alla commissione. Si tratta, in particolare, di sei file di testo e due sonori: una conversazione con don Gaetano Civitillo e una telefonata con l'avvocato Gennaro Egidio. Il legale non si sarebbe mostrato sorpreso della "scarsità di indagini nei confronti del Meneguzzi", di cui parlava Nicotri.
Nicotri sulla pista di Londra: "Una sciocchezza"
Quella del complotto sarebbe un'ipotesi venuta in mente dopo la comparsa dei mitomani: "Ma se tu metti in giro per tutta Roma il numero di casa tua con i manifesti su un caso come questo, ovvio che si scatena la mitomania – ha continuato Nicotri – L'ipotesi più semplice è quella che viene eliminata e ricordo che non è mai stata fornita una prova del rapimento".
Eppure quella conosciuta come la pista di Londra è quella che, fra le tante emerse in questi anni oltre quaranta anni, sta prendendo piede e convince anche Pietro Orlandi. "Esami sulla famosa lettera all'ex arcivescovo al cardinal Poletti dimostrano che si tratta di un falso: a dirlo è la perita grafologa Sara Cordella docente di Metodologia e Grafologia Peritale e consulente in vari processi penali – sottolinea – La firma sarebbe stata presa da internet e trasferita su un testo".
La risposta di Pietro Orlandi
Non appena preso visione di quanto dichiarato da Nicotri in commissione, non ha tardato ad arrivare la risposta di Pietro Orlandi: "Fossi stato presente avrei smentito tutte le cose che ha detto. Purtroppo è irrecuperabile. Continuerà a dire falsità, infangando le persone, insinuando e soprattutto manipolando fatti – ha scritto sui social – Il suo intento è sempre stato e sempre sarà solo accusare l’ambiente famigliare per continuare a difendere de Pedis e Vaticano, ambiente che lui un tempo accusava ferocemente e ora invece protegge perché entrato nelle loro grazie. Una pessima persona", conclude alla fine.