Emanuela Orlandi, perché la pista del rapimento a scopo sessuale sembra la più credibile
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"Caso Orlandi, la pista prevalente è il rapimento a scopo sessuale". Lo ha sostenuto Roberto Morassut, vicepresidente della commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Secondo il deputato del Pd, "in questa vicenda c’è un qualcosa di cattivo e ancora operante. Chi mente verrà interrogato di nuovo. Stiamo pesando tutte le piste, con l’aiuto dei consulenti, delle carte e del lavoro di molti professionisti che hanno seguito questi casi. La pista internazionale o quella del cosiddetto ricatto finanziario sono oggetto di approfondimenti rigorosissimi. Io tendo, personalmente, a dare maggiore credibilità a quella di un rapimento a scopo sessuale. Pronto a ricredermi di fronte a elementi forti diversi. Ma valutiamo anche la pista inglese offerta da Pietro Orlandi".
Caso Orlandi, Ali Agca e la pista turca
In quarant'anni sono state percorse moltissime piste di indagine sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Una di queste è la cosiddetta ‘pista turca'. In altre parole un rapimento a scopo politico per chiedere al Vaticano uno scambio con l'attentatore di papa Giovanni Paolo II, il terrorista turco Ali Agca.
Il 13 maggio 1981 Ali Agca prova a uccidere Wojtyla. A distanza di due anni Emanuela Orlandi viene rapita. Il 3 luglio 1983 papa Giovanni Paolo II si rivolge direttamente ai rapitori di Emanuela: "Desidero esprimere la viva partecipazione con cui sono vicino alla famiglia Orlandi, la quale è nell'afflizione per la figlia Emanuela di 15 anni che da mercoledì 22 giugno non ha fatto ritorno a casa. Condivido le ansie e l'angosciosa trepidazione dei genitori, non perdendo la speranza nel senso di umanità di chi abbia responsabilità di questo caso".
Da allora cominciano ad emergere presunti collegamenti con Ali Agca e lo stesso terrorista sei giorni dopo la scomparsa di Emanuela, cambia totalmente la sua versione dell'attentato al Papa, che inizialmente aveva collegato alla ‘pista bulgara' e al Kgb. Cominciano ad arrivare i comunicati con la firma del presunto Fronte Liberazione Turco Anticristiano "Turkesh" in cui si chiede di liberare Agca in cambio della liberazione della ragazza. Lo stesso Ali Agca continua tuttora a perorare la pista dell'intrigo internazionale: "È stata vittima di un intrigo internazionale per motivi religiosi-politici, ma sta bene ed è ancora viva. L'hanno rapita per ottenere la mia liberazione".
La pista finanziaria e il ricatto allo Ior
Un'altra pista ritenuta poco credibile da parte di Morassut è la cosiddetta ‘pista finanziaria'. Sarebbe collegata allo scandalo di Michele Sindona, al crack del Banco Ambrosiano, alla morte di Roberto Calvi e allo Ior, l'Istituto per le Opere di Religione diretto all'epoca da monsignor Paul Marcinkus. È la tesi di Marco Accetti, che si è autodenunciato affermando di essere stato uno dei partecipanti del sequestro Orlandi. Secondo questa tesi, il rapimento di Emanuela Orlandi sarebbe stato compiuto per esercitare un'influenza sulla gestione dello Ior e sulla politica anti-comunista di papa Wojtyla. L'obiettivo, in altre parole, era l'allontanamento di Marcinkus e il recupero dei soldi versati in Vaticano.
Il coinvolgimento della Banda della Magliana
Un'altra versione della pista economica chiama in causa la Banda della Magliana. Enrico De Pedis, Renatino, avrebbe rapito Emanuela Orlandi per ricattare il Vaticano e farsi riconsegnare i soldi investiti nel Banco Ambrosiano. Renatino, tra l'altro, è stato sepolto misteriosamente nella basilica di Santa Apollinare, come rivelato in una telefonata risalente al 2005 al programma tv Chi l'ha visto?. Chi ha dato l'autorizzazione e perché?
La Banda della Magliana, però, potrebbe essere stata chiamata in causa anche per la cosiddetta ‘pista sessuale'. Rapire e togliere di mezzo Emanuela Orlandi, diventata testimone scomoda per qualche alto prelato del Vaticano.
Emanuela Orlandi, la pista sessuale
La pista del reato a sfondo sessuale, su cui insiste il recente documentario ‘Vatican Girl' segue tre filoni: la tratta delle bianche, la pista che conduce alla scuola di musica frequentata di Emanuela e un coinvolgimento di personaggi illustri all'interno del Vaticano. Recentemente anche Pietro Orlandi ha tirato in ballo questa ipotesi, facendo esplicito riferimento a un audio di un uomo vicino alla Banda della Magliana che parla in questi termini di papa Giovanni Paolo II:
"Wojtyla pure insieme se le portava a letto, se le portava, non so dove se le portava, all’interno del Vaticano. Quando è diventata una cosa che ormai era diventata una schifezza, il segretario di Stato ha deciso di intervenire. Ma non dicendo a Wojtyla ora le tolgo da mezzo. Si è rivolto a chi? Lui essendo esperto del carcere perché faceva il cappellano al riformatorio, si è rivolto ai cappellani del carcere. Uno era calabrese, un altro un furbacchione. Un certo Luigi, un certo padre Pietro: non hanno fatto altro che chiamare De Pedis e gli hanno detto sta succedendo questo, ci puoi dare una mano? Punto. Il resto so tutte caz*ate".
La pista di Londra e l'ostello degli scalabriniani
C'è infine la pista di Londra, che sostanzialmente conferma il coinvolgimento del Vaticano nella scomparsa di Emanuela, senza soffermarsi però sui motivi. L'ipotesi è che Orlandi sia stata trasferita in Inghilterra presso il civico 176 di Clapham Road a Londra, dove si trova un ostello femminile cattolico dei padri missionari Scalabriniani. A confermare questa ipotesi c'è il documento trovato in Vaticano e definito falso dal titolo: "Resoconto sommario delle spese sostenute dallo stato città del vaticano per le attività relative alla cittadina Emanuela Orlandi (Roma 14 gennaio 1968)". In pratica una nota spese per il vitto e alloggio di Emanuela a Londra.