Ieri sera è arrivata la conferma ufficiale: il prossimo sabato 15 aprile, Pietro Orlandi sarà ricevuto in Vaticano nell'ambito della riapertura delle indaginiOltretevere in merito alla scomparsa di Emanuela Orlandi. Il fratello, che non ha mai smesso di battersi per la verità, aveva chiesto lui stesso un incontro e sarà ascoltato dall'Ufficio del Promotore di Giustizia, che è una figura nominata direttamente dal Papa ed è la più significativa nell'ambito della giustizia vaticana.
Pietro Orlandi sarà accompagnato dal proprio legale, e presenterà spontaneamente dichiarazioni e informazioni che saranno acquisite "nell’ambito del fascicolo aperto dal promotore di Giustizia Vaticano a gennaio di quest’anno, a seguito di alcune recenti dichiarazioni sulla scomparsa della sorella".
"L’Ufficio del Promotore conferma la volontà della Santa Sede di fare chiarezza sulla vicenda, anche alla luce delle recenti dichiarazioni di Pietro Orlandi, intraprendendo ogni azione possibile al fine di giungere ad una ricostruzione accurata degli eventi, per quanto di propria competenza", conclude la nota.
Quattro giorni fa, ospite dalla trasmissione televisiva DiMartedì, Pietro Orlandi ha ribadito che Emanuela sarebbe scomparsa nell'ambito di un giro di ricatti interni al Vaticano con al centro una rete di prelati pedofili: "Una possibilità è che Emanuela abbia subito un abuso. Se nel 1993 si parlava di pedofilia nei cardinali, cosa c'è più in alto? Credo sia successo qualcosa ai vertici, e che poi qualcuno abbia chiamato criminali di sua conoscenza per mettere a tacere la situazione".
Nell'ambito della stessa intervista il fratello di Emanuela ha rivelato di essere in possesso di nuove prove che la sorella, una volta rapita, sarebbe finita a Londra. Un'ipotesi già aperta con un libro del 2017 dal giornalista Emiliano Fittipaldi. Pietro Orlandi ha chiarito però che aspetterà a rendere pubbliche le prove in suo possesso fino a che non sarà in grado di verificarne l'assoluta veridicità.
Le nuove prove sulla pista londinese saranno consegnate alla giustizia del Vaticano? Non lo sappiamo. Quel che è certo è che anche grazie alla serie Netflix "The Vatican Girl" la scomparsa di Emanuela Orlandi è apparsa per quello che è da vero: non solo un "cold case", un mistero irrisolto buono per le tanto di moda narrazioni crime, ma una ferita mai sanata nel rapporto tra società e Vaticano, un intrigo politico che come tanti altri della storia italiana tra gli anni Settanta e Novanta che parlano dei vulnus della nostra democrazia.
È il 18 marzo 2013 quando papa Francesco quasi inciampa in Pietro Orlandi con l’anziana madre all'esterno della chiesetta vaticana di Sant’Anna. "Stringendomi la mano mi ha detto ‘Emanuela sta in cielo’, sono rimasto di ghiaccio", ha detto Pietro Orlandi raccontando quel fugace incontro. Presto scopriremo se Bergoglio ha scelto di essere un po' più preciso e fare davvero luce e ricucire e curare la ferita rappresentata dal "caso Orlandi".