Emanuela Orlandi, ok alla commissione d’inchiesta. Pietro: “Un passo importante, dispiace per astensioni”
"Ovviamente sono contento, la commissione bicamerale d'inchiesta sulla comparsa di mia sorella e quella di Mirella Gregori si farà", queste le parole di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela a a Fanpage.it a pochi minuti dal voto favorevole nell'Aula del Senato.
Non nasconde qualche piccola insoddisfazione: "La votazione è stata per alzata di mano, ci sono stati un paio di astenuti, come Casini. Non sono rimasto soddisfatto delle astensioni, avrei preferito dicessero no. Casini ha detto di non aver votato contro per rispetto alla famiglia, quindi mi astengo. Ma ognuno è libero ed è giusto che sia così". Poi ha risposto a quanto dichiarato dal senatore Gasparri: "Non l'ho apprezzato: ha tirato fuori di nuovo Wojtyla, ha chiesto rispetto per i santi. Ha parlato dei patti lateranensi".
La commissione secondo Orlandi potrà dare nuova luce al caso: "L'importante è che la maggior parte dei senatori e delle senatrici fosse d'accordo e che la commissione parta. Ora vedremo nei prossimi 15 giorni la formazione della commissione stessa, con i 40 deputati e i 40 senatori che la comporranno e il presidente. Sono convinto che si potrà fare molto, rispetto a quello che si sta facendo ancora oggi in Procura e in Vaticano", ha poi concluso. L'approvazione del Senato è arrivata oggi, dopo più di 8 mesi dalla prima approvazione alla Camera dei Deputati.
La discussione in aula, Casini: "Non sarà utile"
Tutti i gruppi consiliari hanno approvato la proposta, qualche astensione da parte dei singoli senatori, fra cui Pier Ferdinando Casini che già ieri sera, nel corso di un'altra discussione in Aula, aveva espresso i suoi dubbi: "Pensate realisticamente che il Parlamento possa portare delle novità sconvolgenti rispetto ad indagini giudiziarie che durano e che sono state peraltro rilanciate oggi dall'autorità giudiziaria?", ha chiesto. Poi oggi, nella discussione apposita, ha aggiunto: "Mi inchino davanti al fratello e alla famiglia, non si tratta soltanto del caso Orlandi: secondo me oggi c'è un uso improprio delle commissioni d'inchiesta".
Il monito di Gasparri: "Non tocchiamo i santi né i patti lateranensi"
Fra le persone che hanno espresso maggiori dubbi, oltre al relatore Andrea De Priamo che ha chiesto di "non illudersi, la commissione non può fare miracoli", anche Maurizio Gasparri. "Cerchiamo la verità, non il teatrino televisivo – ha dichiarato in Aula – Ricordiamoci che il Vaticano è un altro Stato: non possiamo fare un processo multinazionale. E non devono essere toccati i santi, come già avvenuto in tv nei mesi scorsi. Non si dove neppure venire meno ai patti lateranensi". Poi ha rassicurato: "Vorrei essere presente anche io, per far sì che queste nostre legittime richieste siano rispettate".
L'approvazione
Positivo invece il commento delle altre forze politiche che auspicano che la commissione possa svolgere la sua funzione. "La materia è complicata e necessita di un faro acceso", ha commentato Alessandra Maiorino, prima di citare lo stesso Pietro Orlandi. "Non esistono tante verità, ne esiste una sola e dobbiamo restare uniti per trovarla", ha dichiarato Miachaela Biancofiore mentre Giuseppe De Cristofaro ha ricordato il contributo delle commissioni nei casi di Ustica e del disastro della Moby Prince. "Il questo caso istituirla è una vera e propria esigenza", ha continuato Ivan Scalfarotto.
Flavia Malpezzi ha poi sottolineato la necessità di un approccio laico e serio "non per se stessi, ma per il bene del nostro Paese", poco prima dell'intervento conclusivo di Donatella Campione che ha ricordato come la commissione possa essere una possibilità per cercare la verità dopo che "ogni volta che abbiamo creduto di aver intrapreso la strada giusta, siamo dovuti tornare indietro come in un gioco dell'oca".