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Aggiornamenti sul caso Emanuela Orlandi

Emanuela Orlandi, l’avvocata Sgrò: “Coinvolti apparati Stato, mistero su voci sparite da un nastro”

L’appello di Pietro Orlandi e dell’avvocata Laura Sgrò: “Ai partiti chiediamo di accelerare su commissione d’inchiesta”. Secondo loro potrebbe aiutare a risolvere alcuni misteri legati alle indagini sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, come la cancellazione di alcune voci maschili da un nastro registrato nel 1983.
A cura di Enrico Tata
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Secondo l'avvocata della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, nella vicenda legata alla scomparsa di Emanuela "sono stati coinvolti, a mio avviso e non solo a mio avviso, gli apparati dello Stato e forse non hanno avuto un comportamento sempre lineare".

Un esempio, secondo la legale degli Orlandi, è legato a un nastro che risale al 1983. In quel nastro si sente, forse, la voce di Emanuela Orlandi che sembra essere torturata. In quella registrazione ci sono anche voci maschili, che poi sono state cancellate da qualcuno. Da quel nastro, spiega Sgrò, "sono sparite delle voci. Il nastro originale prevedeva delle voci maschili, andate poi ripulite nel corso degli anni. Pietro Orlandi ha ritrovato tutta una serie di documenti dove si faceva riferimento alla presenza di voci maschili, sarebbe interessante, e la Commissione di inchiesta lo potrebbe fare, recuperare gli originali”.

Secondo Sgrò sarebbe interessante risalire agli agenti che hanno condotto le indagini da parte dei Servizi, "sentire queste persone per ricostruire quel pezzo di storia di non poco conto”. In quel nastro "c’era una voce che, in alcuni tratti, i familiari hanno riconosciuto come la voce di Emanuela che sembra essere torturata. Poi, chiamato in procura, il papà di Pietro si è sentito dire che era un film porno”.

È uno dei tanti misteri legati alla scomparsa di Emanuela Orlandi e secondo il fratello Pietro e l'avvocata Sgrò la Commissione bicamerale d'Inchiesta, istituita dopo l'ok di Camera e Senato, potrebbe aiutare a dipanarne qualcuno. Per questo l'appello aii partiti è quello "di accelerare i tempi il più possibile. La Commissione di inchiesta è legge e aspettare altri mesi perché i componenti non vengono presentati è pesante”. Il problema, spiega Pietro Orlandi, "è che per presentare i nominativi dei membri della Commissione non c’è limite di tempo. Questa è la mia preoccupazione perché se ci sta ancora qualcuno che vuole rallentare può farlo”.

L'attesa "sta diventando ingombrante", ha dichiarato ancora Pietro all'agenzia AdnKronos. "L’obiettivo è quello della verità e della giustizia e non riesco a capire perché il raggiungimento debba trovare sempre ostacoli".

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