Emanuela Orlandi, la procura di Roma potrebbe riaprire le indagini: “Ma dopo 40 anni è difficile”
La procura di Roma potrebbe riaprire le indagini sul caso della scomparsa di Emanuela Orlandi. Lo ha confermato il procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi durante un incontro con gli studenti nella scuola Don Bosco.
Lo Voi ha dichiarato che "dopo 40 anni non solo non è facile trovare elementi, ma nemmeno fare le pulci alle attività svolte dagli inquirenti dell'epoca perché ogni situazione, ogni indagine va contestualizzata. Non è da escludere che sarà coinvolta nuovamente la Procura di Roma, motivo per cui non posso parlarne".
Il procuratore ha poi aggiunto che "quel che si poteva fare nel 1983 non è quello che si può fare ora e ciò spiega anche molte lacune nelle indagini. Di sicuro c'è che ci sono alcuni reati cosiddetti comuni, anche se gravi, in cui o la soluzione arriva in pochi giorni, oppure ci si impantana e dopo 30-40 anni ancora se ne discute".
Le indagini sono state al momento riaperte dalla procura Vaticana. Sono stati analizzati documenti che in passato non erano stati presi in considerazione, con la speranza che si possa finalmente arrivare alla verità sulla scomparsa di Emanuela, avvenuta il 22 giugno 1983. Il fratello della ragazza, Pietro Orlandi, è stato chiamato in Vaticano per un colloquio, durante il quale ha fornito alcuni documenti in suo possesso e fatto nomi di persone che potrebbero essere a conoscenza di elementi utili alle indagini.
Queste nuove indagini sono state segnate anche dalle polemiche per alcune frasi pronunciate da Pietro Orlandi su Papa Wojtyla. Il fratello di Emanuela ha chiesto che si indaghi su un audio in cui un uomo vicino alla banda della Magliana parla di Giovanni Paolo II. Aggiungendo di aver parlato con persone interne al Vaticano, che gli avrebbero confidato che l'allora Papa la sera era solito uscire con due amici polacchi, "qualcuno mi dice non andava certo a benedire delle case". Frasi che sono state definite offensive dai vertici del Vaticano.