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Aggiornamenti sul caso Emanuela Orlandi

Emanuela Orlandi, il maestro di canto monsignor Miserachs: “Mi interrogarono in Vaticano nel 2012”

L’insegnante di Emanuela Orlandi è stato convocato il 4 maggio 2012, c’era ancora Benedetto XVI: dieci giorni dopo sono stati scoperti i resti di De Pedis in Sant’Apollinare.
A cura di Beatrice Tominic
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A quaranta anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, di cui si sono perse le tracce nel giugno 1983, sono ancora molti gli elementi che emergono sulla vicenda e sulle indagini eseguite all'epoca.

Oltre ai documenti del Sismi rimasti nascosti per decenni, fra cui quello in cui c'è scritto che la voce di ragazza registrata nei nastri audio recapitati in Vaticano e all'Ansa sarebbe realmente appartenuta ad Emanuela, arrivano nuove rivelazioni proprio dall'interno del Vaticano.

Ospitato dalla trasmissione Quarto Grado, l'insegnante di canto corale di Emanuela, monsignor Valentino Miserachs, ha rivelato di essere stato chiamato dal Vaticano che lo voleva interrogare sulla scomparsa della ragazza. Pur essendo una delle ultime persone ad aver visto la ragazza, prima della scomparsa, avvenuta non appena uscita dalla scuola di musica, non sarebbe mai stato chiamato in Procura durante le indagini.

Il racconto di monsignor Miserachs

"Al tempo nessuno mi chiese nulla, sono stato interrogato qualche anno fa, c'era ancora Benedetto XVI: è lui che ha insistito per approfondire le indagini e sono stato chiamato presso la Gendarmeria Vaticana", ha dichiarato monsignor Miserachs.

"Mi hanno chiesto di raccontare tutto quello che sapevo, a partire dall'orario in cui Emanuela aveva lasciato la scuola: dopo quell'episodio non ho più saputo altro, né se avessero convocato altre persone né se ci fossero stati eventuali nuovi sviluppi".

L'incontro si è svolto in un clima di solennità: "C’erano il capo della Gendarmeria e l’assessore per gli affari generali della Segreteria di Stato Peter Bryan Wells che rappresentava la parte ecclesiastica del Vaticano – ha spiegato il monsignore – Lui però non ha aperto bocca, stava lì come un testimone: era Giani a fare le domande". Nonostante non abbia avuto più alcun aggiornamento, è saldamente convinto: "Non penso di essere stato l'unica persona ad essere stato convocata", ha concluso.

La convocazione per l'interrogatorio

Il monsignore da sempre annota tutto ciò che gli succede in un'agenda che conserva: "La convocazione è avvenuta il 4 maggio 2012 alle ore 17", ha detto dopo aver rivisto i suoi diari. In quello stesso mese, esattamente 10 giorni dopo la convocazione, è avvenuta una scoperta che ha sconvolto le indagini sulla scomparsa di Emanuela: il 14 maggio sono stati ritrovati i resti di Enrico De Pedis, detto Renatino, storico boss della Banda della Magliana all'interno della Basilica di Sant'Apollinare.

Il Vaticano, però, ha sempre smentito eventuali indagini sul caso Orlandi prima dell'apertura dell'inchiesta lo scorso gennaio. Anche Padre Georg Gänswein, segretario di Papa Ratzinger, nel suo libro (pubblicato a gennaio) ha smentito l'esistenza di dossier esistenti sul caso Orlandi. Pietro, invece, il fratello di Emanuela, è sempre stato convinto del contrario.

Il dossier segreto su Emanuela Orlandi è davvero esistito?

"Anche se nel suo libro ha scritto che non è mai esisto, Padre Georg tempo fa mi ha parlato del dossier su mia sorella", ha dichiarato a Fanpage.it.

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Anche l'avvocata Francesca Immacolata Chaouqui, ex collaboratrice di papa Francesco condannata con pena sospesa per aver trafugato alcuni documenti riservati del Vaticano nel caso che è conosciuto come Vatileaks 2, ha sempre dichiarato di aver notato dei documenti che parlavano di Emanuela:

"Non volendo, ho letto delle cose, molte. Se le rivelassi non aiuterei nessuno, non farei il bene della Chiesa. Ma non è il mio ruolo. Non sono io a doverle dire – aveva dichiarato –  Io non ero tenuta a vedere quei documenti sul caso Orlandi".

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