Emanuela Orlandi, il fratello: “Sui nastri audio la voce è sua, lo aveva capito anche il Sismi”
A pochi giorni dalla data in cui è stata calendarizzata la riunione per votare in Parlamento l’istituzione di una commissione bicamerale di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, prevista il 20 marzo, stanno continuando ad emergere nuovi retroscena sulla vicenda.
In particolare, come riporta Il Fatto Quotidiano, si aprirebbe un nuovo giallo sul doppio nastro audio recapitato alla sede dell'Ansa e in Vaticano a meno di un mese dalla scomparsa della giovane. Oltre a sembrare tagliato in più punti, fra le voci presenti nell'audio, ci sarebbe anche quella di Emanuela. Riconosciuta a suo tempo dal padre della ragazza e più recentemente dal fratello, anche dalle analisi del Sismi la voce femminile è stata riconosciuta come quella di Emanuela.
Il mistero della registrazione tagliata
Due sono le cassette con i nastri audio relativi alla scomparsa di Emanuela: la prima è stata recapitata alla sede dell'Agenzia Ansa in via della Dataria a meno di un mese dalla sua scomparsa, la seconda, invece, è stata lasciata sotto al colonnato in piazza San Pietro, poi recuperata da funzionari del Vaticano, quattro giorni prima.
Esistono diverse trascrizioni del nastro: nel lato A si sentono delle voci maschili che, con accento straniero, chiedono ufficialmente la liberazione di Alì Agca, l'attentatore di papa Giovanni Paolo II. In altre trascrizioni, invece, è presente il lato B: è qui che si sente la voce di una ragazza che sta subendo violenza o, come scritto in un rapporto del Sismi, viene "sottoposta a stimolazioni dolorose di intensità variabile e progressivamente crescente".
Tutte le versione della registrazione del Lato B
Della registrazione del Lato B, quella con la voce della ragazza, esisterebbero almeno due versioni diverse fra loro sia per la durata che per i contenuti: per questa ragione, la copia digitalizzata è stata posta all'attenzione del perito fonico forense Marco Perino.
"Dallo spettrogramma (la rappresentazione grafica dell'intensità del suono, ndr) si vedono come dei tagli che potrebbero essere stati fatti sul nastro originale – ha spiegato il perito fonico forense – Nella versione più breve, inoltre, si sentono delle voci maschili, fra cui una che dice vogliamo andare a, precedentemente trascritta con vogliamo travel. In quella più lunga, invece, non è presente nessuna voce maschile".
Ma le anomalie non finiscono qui: "I presunti tagli all'inizio del riversamento del lato B, non sono visibili alla fine del riversamento del lato A: trattandosi di nastri analogici è strano. Una delle ipotesi – ha poi aggiunto – è che quanto pervenuto sia una registrazione di una registrazione probabilmente tagliata ad hoc". Nelle registrazione c'è anche il rumore di un proiettore in sottofondo: "Non ho ancora ben chiara quale sia stata la catena di custodia: io ho solo il riversamento in digitale e non è un punto di partenza appropriato. Di solito si lavora avendo a disposizione gli originali, creando una copia degli stessi per permettere la ripetibilità delle operazioni a eventuali controparti. Non si parte da file riversati non si sa come e quando, e successivamente anche compressi in mp3 riducendo ulteriormente la qualità". Se il rumore di sottofondo dovesse essere davvero quello di un proiettore, oltre al nastro delle registrazioni ne esisterebbe almeno un secondo, riprodotto dal proiettore stesso.
La cassetta spedita all'Agenzia Ansa
Non appena recapitata la cassetta all'Agenzia Ansa, sono state allertate le forze dell'ordine. A recarsi nella sede in via della Dataria il 17 luglio del 1983 per ritirare la cassetta è stato l'ex agente della Digos Pasquale Viglione.
"È stata la Squadra Mobile ad incaricarmi del sequestro del nastro: all'epoca prestavo servizio come sottoufficiale, non ricordo chi era con me – ha spiegato Viglione – Dopo aver ascoltato il nastro, l'ho riconsegnato in Procura, era un atto formale. Ne ho riascoltato una copia nel 2007, ma mi è sembrata una versione ridotta: la mia è solo un'ipotesi".
Dove si trovano i nastri audio?
Per fare chiarezza sul contenuto delle registrazioni, sarebbe necessario essere in possesso del nastro originale: nel frattempo, però, potrebbero essere recuperate le due copie, quella inviata all'Ansa e sequestrata dalla polizia e quella lasciata lungo il colonnato del Vaticano.
"Una copia dovrebbe trovarsi in Vaticano, dopo che è stata prelevata dai funzionari del Vaticano, secondo quanto ci dissero i rapitori – ha dichiarato il fratello di Emanuela, Pietro – Quella spedita all'Ansa, invece, dovrebbe ancora trovarsi negli archivi della Questura di Roma”.
La voce della ragazza era quella di Emanuela Orlandi
Pietro Orlandi, che da anni si impegna costantemente per cercare la verità nel caso di scomparsa di sua sorella, ha ammesso di non aver mai sentito il nastro prima del 2016: "L'ha ascoltato solo mio padre: quella sera stessa ci ha detto che gli sembrava di aver riconosciuto la voce di Emanuela che diceva per favore fatemi dormire – ha ricordato – Ma qualche giorno dopo gli inquirenti ci hanno detto che si trattava di spezzoni di un film porno messi insieme da un mitomane: mio padre si è tranquillizzato e abbiamo subito escluso questa ipotesi".
Nel 2015, però, la chiusura dell'inchiesta ha portato Pietro a raccogliere tutti i documenti su Emanuela: ho ripensato a quanto mi aveva detto mio padre e ho cercato la registrazione in procura. L'ho trovata su un cd e l'ho ascoltata: anche io ho avuto la sensazione che si trattasse di mia sorella, ne sono abbastanza certo".
Orlandi ha continuato a cercare nuovi documenti dell'epoca: "Ho scoperto che in quei giorni il nastro è stato fatto analizzare da esperti del Sismi: sono loro che hanno messo nero su bianco che quella voce corrispondeva a quella di Emanuela. Ma allora perché hanno detto a mio padre di stare tranquillo quando sapevano, da analisi fatte, che si trattava della voce di Emanuela e non di una finzione?"
La commissione bicamerale d'inchiesta e le nuove indagini
Anche su tutto questo dovrà fare chiarezza la Commissione Bicamerale di inchiesta non appena arriverà in aula: l'ultima volta il voto è stato rimandato per approfondimenti e c'è chi ha ipotizzato potesse essere intervenuto il Vaticano.
Nel frattempo, continua l'indagine aperta dal Vaticano due mesi fa sulla scomparsa della ragazza, all'epoca quindicenne. "Noi lo abbiamo saputo dai giornali, nessuno ci aveva detto nulla", ha dichiarato a Fanpage.it l'avvocata Sgro a proposito dell'inchiesta aperta dal promotore della giustizia vaticana Alessandro Diddi.
"Speravamo di essere convocati prima, perché come abbiamo già detto, abbiamo delle prove che volevamo consegnare loro affinché potessero servirsene per attivarsi – ha aggiunto – Ma alla nostra ennesima richiesta di un incontro, hanno risposto inviandoci due righe da parte della segreteria dell'ufficio del promotore: dicono che ci contatteranno al termine delle indagini delegate".