Emanuela Orlandi, il fratello Pietro: “Usata per ricattare qualcuno ai vertici del Vaticano”
Emanuela Orlandi portata a Londra dopo il rapimento e i silenzi del Vaticano sulla sua scomparsa. Di questo si discute stasera nella trasmissione DiMartedì condotta su La7 da Giovanni Floris. Ospite il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, che sin da quel 22 giugno del 1983 si batte affinché sia fatta luce sul caso della sorella.
"Quando dico che credo alla pista di Londra dico sul serio – spiega Orlandi – tanti elementi portano a capire che sia stata lì. C'è stato un ricatto tra due gruppi di persone, con Emanuela messa in una situazione per un ricatto più forte. Nella scorsa puntata abbiamo parlato della pedofilia nel Vaticano: qualcuno ha commesso qualcosa e usato quella situazione per fare un ricatto enorme".
Pietro Orlandi ha inoltre svelato di aver parlato con un vescovo pochi giorni fa e tirato in ballo il discorso sulla pedofilia nella Chiesa. "Una possibilità è che Emanuela abbia subito un abuso. Se nel 1993 si parlava di pedofilia nei cardinali, cosa c'è più in alto? Credo sia successo qualcosa ai vertici, e che poi qualcuno abbia chiamato criminali di sua conoscenza per mettere a tacere la situazione".
Qui cala l'ombra di Renatino De Pedis della Banda della Magliana, criminale che si è sempre sospettato possa aver avuto un ruolo nella vicenda di Emanuela. "A firmare la dispensa per far seppellire De Pedis nella basilica di Sant'Apolinnare è stato il cardinal Poletti. Al procuratore di giustizia presenterò dei documenti, una lettera in cui il cardinale parlava di Emanuela".
Pietro Orlandi ha spiegato questa sera di essere stato contattato dal Promotore di giustizia del Vaticano per andare a ‘verbalizzare qualcosa dopo Pasqua'. Il fratello di Emanuela ha dichiarato che porterà con sé delle chat, in cui due funzionari Vaticani parlano di qualcosa che sembra avere a che fare con la ragazza scomparsa. "Credo che sia stata presa e spostata da un'altra parte".
Nel corso della puntata sono stati esaminati gli audio delle telefonate ricevute dalla sala stampa Vaticana, e quello inviato a Chi l'ha Visto, in cui si sente una ragazza provata e sofferente che i familiari pensano possa essere Emanuela. "A mio padre avevano detto che si trattata di audio di film pornografici e che non avevano nulla a che vedere con Emanuela. A me però quella voce sembra la sua. Ho cercato la cassetta originale per ascoltarla, ma non la trovo da nessuna parte: è scomparsa".
La pista inglese
Già la scorsa settimana Pietro Orlandi era stato da Floris a parlare della ‘pista inglese', considerata da lui attendibile sin da quando uscì allo scoperto con l'inchiesta del giornalista Emiliano Fittipaldi. All'epoca, la cosiddetta pista inglese non ebbe particolare risonanza. Sta tornando alla ribalta in questi giorni, dopo le dichiarazioni di Orlandi, in possesso di alcuni documenti che coinvolgerebbero persone del Vaticano e istituzioni inglesi. Si tratta di documenti da verificare, ma che secondo Pietro Orlandi potrebbero essere attendibili.
"Ho motivo di credere che Emanuela sia passata per Londra", aveva dichiarato Pietro Orlandi nella scorsa puntata di Dimartedì. "Sono entrato in possesso di documenti in cui ci sono riscontri che mi dicono che quanto c’è scritto in quei fogli è vero. Alcune persone, in contatto con personalità della Chiesa Anglicana, mi hanno detto delle cose in relazione alla presenza di Emanuela a Londra. Ci sono delle relazioni tra personaggi di alto livello del Vaticano e le istituzioni inglesi".
Di alcuni documenti che parlavano di un passaggio di Emanuela a Londra, si era già parlato nel documentario Vatican Girl di Netflix. Erano quelli diffusi da Fittipaldi, per i quali il giornalista finì poi a processo, venendo poi assolto. Orlandi sarebbe venuto in possesso di nuovi documenti, che andrebbero a implementare quelli già resi pubblici.