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Aggiornamenti sul caso Emanuela Orlandi

Emanuela Orlandi, il fratello Pietro attacca: “Non ho fiducia nell’inchiesta del Vaticano”

Pietro Orlandi, intervenuto al PACEFest di Caltabellotta (Agrigento), ha dichiarato: “Non ho fiducia sull’inchiesta del Vaticano”.
A cura di Enrico Tata
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La speranza di Pietro Orlandi è sempre la stessa da quarant'anni: arrivare presto alla verità sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Anche se, ha detto Pietro al PACEFest di Caltabellotta (Agrigento), "non ho fiducia sull'inchiesta del Vaticano".

Orlandi, intervenuto alla rassegna che quest'anno è dedicata proprio alle ‘verità sospese, ai cold case e ai casi irrisolti, ha aggiunto: "È importante parlarne nelle scuole, sento nei giovani un senso di giustizia che non hanno gli adulti. Noi non ci rassegneremo mai alla scomparsa di mia sorella e continueremo a batterci per conoscere la verità".

Fin dalla scomparsa della sorella, nel 1983, Pietro non ha mai smesso di lottare per la verità. E attualmente sono due i fronti su cui si sta cercando di fare luce sul caso di Emanuela Orlandi: l'inchiesta interna al Vaticano, coordinata dal promotore di giustizia Alessandro Diddi, e la commissione bicamerale d'inchiesta sulle scomparse di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, istituita quest'anno e presieduta dal parlamentare di Fratelli d'Italia Andrea De Priamo.

Proprio nell'ambito della commissione parlamentare negli ultimi mesi sono state molte le testimonianze rese in audizione. L'ultima è stata quella dell'ex procuratore Giancarlo Capaldo, che ha ipotizzato il coinvolgimento di Renatino De Pedis, boss della banda della Magliana, nel rapimento di Emanuela Orlandi. Per Capaldo la scomparsa è legata "a una vicenda personale di Enrico De Pedis. La sua presenza non è perché la banda della Magliana vuole ricattare qualcuno come il Papa e il Vaticano, è un altro genere di attività che viene messa in campo".

Secondo l'ex pm ‘Renatino' "ha avuto il ruolo di organizzare il prelevamento e il sequestro della ragazza e poi la restituzione della ragazza a una persona non identificata" In questo senso, De Pedis  "non sapeva neppure perché Emanuela Orlandi era stata sequestrata, né ha partecipato alla gestione di eventuali trattative successive trattative".

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