Emanuela Orlandi e Mirella Gregori: perché le due sparizioni sono strettamente intrecciate
Emanuela e Mirella non si conoscevano e probabilmente, anche se con loro il destino non fosse stato così beffardo, non si sarebbero mai incontrate. Ma nonostante questo, le storie di scomparsa che le riguardano hanno molteplici punti di contatto, e sono tornati al centro dell'attenzione per l'uscita della serie Netflix Vatican Girl. Due adolescenti proiettate verso il futuro, due strade che si sono incrociate e due ragazze alle quali è stata sottratta la gioventù per mano di qualcuno. Un qualcuno che dopo trentanove anni è ancora ignoto.
Le loro storie di scomparsa si sono specchiate vicendevolmente in un sistema di tesi e antitesi e hanno coinvolto, oltre alle indagini, anche il turbinio mediatico, spesso di matrice complottista. Ma del resto, quando il sistema giustizia fallisce, resta inevitabilmente la delusione delle mezze verità.
Era il 1983, il presidente della Repubblica era Sandro Pertini, il Papa era Giovanni Paolo II. Un’altra vita, al tempo della Guerra Fredda. Eppure, ancora viva e ferma è la memoria di Mirella Gregori, scomparsa il 7 maggio di quell’anno, e di Emanuela Orlandi, della quale si sono perse le tracce quarantasei giorni dopo, il 22 giugno 1983.
Due cold case senza precedenti nella storia italiana, due misteri mai chiariti nonostante un dispiego di forze investigative senza pari nel nostro Paese. Ma che cosa sappiamo davvero?
La prima inchiesta giudiziaria, conclusa nel 1998, si era concentrata proprio nell’analizzare le connessioni tra la scomparsa delle due giovani e le rivendicazioni palesate da un’organizzazione rimasta ignota che propose uno scambio tra l’attentatore di Papa Woytila, Alì Agca, e le due quindicenni.
Le piste investigative e il legame con la Chiesa
Diverse, in quegli anni, sono state le piste investigative battute per arrivare alla verità sulla sparizione delle due ragazze. Si è parlato di un ricatto nei confronti di Papa Giovanni Paolo II per contrastarne sia la politica sia il sostegno della Santa Sede al sindacato cattolico Solidarnosc. Ma è stata battuta anche la strada di un regolamento di conti in ordine alla gestione dei fondi dello IOR, la banca vaticana guidata da Monsignor Marcinkus che in quegli anni si trovava al centro di uno scandalo finanziario.
Ma la pista più turbolenta e peccaminosa, battuta soprattutto nel secondo troncone di inchiesta, datato 2008-2015, contemplava il coinvolgimento di alti prelati in torbide tresche sessuali. Unitamente ad alcuni esponenti della Banda della Magliana, del sacerdote Pietro Vergari e del fotografo Marco Accetti. Quest’ultimo, addirittura, nel 2013 si era presentato spontaneamente in Procura per consegnare un flauto riconosciuto dai familiari come di proprietà di Emanuela. L'inchiesta venne archiviata. Che cosa si intende per cold case e che fine hanno fatto Mirella ed Emanuela?
Come si intrecciano i rapimenti di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori
Il termine inglese cold case significa letteralmente "caso freddo": così sono oggi designati i casi di cronaca nera archiviati senza soluzione.Sono i delitti più gravi e cruenti che non sono passati attraverso una sentenza di condanna, chiusi per mancanza o insufficienza di prove. Sono delitti irrisolti.
Non è quantificabile il tempo decorso il quale un caso diventa "a pista fredda". Parafrasando un intervento di Papa Francesco "le ferite non vanno mai in prescrizione". L‘evoluzione delle tecnologie, delle strategie investigative, l'invalidazione di una prova che scagionava un indagato, sono alcuni dei requisiti che potrebbero aiutare a far luce su quanto, per anni o addirittura decenni, è rimasto nell'ombra. La scomparsa di Emanuela e quella di Mirella Gregori rientrano a pieno titolo tra i cold case. Ma che cosa legherebbe le due vicende ai piani alti delle tonache?
L’ultima volta che Emanuela ha parlato con i suoi famigliari, era il 22 giugno 1983, aveva accennato ad un'offerta di lavoro propostale da una nota ditta di cosmetici, la Avon. In realtà, si trattava di una proposta di lavoro poco verosimile dal momento che il compenso si aggirava intorno alle 375 mila lire. Ma proprio nella parola Avon qualcuno ha letto il riferimento a Nova, una fondazione pontificia ecclesiastica che si occupava della gestione dell’obolo della Chiesa. Una suggestione? Oppure un messaggio in codice da parte dei rapitori per i destinatari del ricatto?
Erano invece le 15:30 del 7 maggio 1983 quando, Mirella Gregori, dopo una breve conversazione al citofono, salutava la madre dicendole che si sarebbe assentata per dieci minuti per incontrare un certo Alessandro. Da quel momento, però, non fece più rientro a casa. Come emerse successivamente non era stato quel ragazzo a chiamarla. Dunque, Mirella aveva raccontato una bugia alla sua famiglia ed era uscita con persone che probabilmente l’avevano irretita in precedenza e che quel giorno avevano attuato la loro trappola.
Nel caso di Mirella, però, il legame con il Vaticano è decisamente più flebile rispetto a quello che collega Emanuela. In primo luogo, la magistratura aveva in passato fatto riferimento ad una foto che ritraeva in primo piano Mirella con Papa Woytila. Una immagine scattata qualche mese prima della scomparsa nella scuola frequentata dalla ragazza e che, secondo chi ha indagato, poteva aver innescato il rapimento. In secondo luogo, per gli organi inquirenti, il gancio con la Chiesa poteva essere stato un alto esponente della gendarmeria, che frequentava un bar in via Nomentana, sotto casa dei Gregori. L’uomo venne indagato, ma presto anche prosciolto.
Dopo 39 anni Mirella ed Emanuela condividono lo stesso destino: quello di sostare nella terra del niente. Quella degli scomparsi, perché nessuno sa dove siano.