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Aggiornamenti sul caso Emanuela Orlandi

Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, arriva l’ok per la commissione parlamentare d’inchiesta

La Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità la richiesta di istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sui casi di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi.
A cura di Beatrice Tominic
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Il dibattito era stato aperto lo scorso lunedì 20 marzo alla Camera dei deputati e oggi, 23 marzo, con 245 voti su 245 è arrivato all’unanimità il sì alla proposta di legge che istituisce la commissione parlamentare bicamerale d'inchiesta sui casi di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi, le due giovani scomparse a Roma nel 1983. Il testo ora passerà al Senato.

Applausi in aula per i familiari delle due ragazze. I parlamentari si sono alzati in piedi durante l'intervento del il capogruppo del Movimento cinque stelle a Montecitorio, Francesco Silvestri: "Oggi le famiglie di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori sono presenti in Aula, ed e' forse il momento in cui vorrei che questo Parlamento rivolgesse delle scuse per il tanto, troppo tempo che c'è voluto per arrivare fino a qui, ma anche un grande abbraccio per il dolore senza risposta che hanno avuto".

Adesso la discussione approderà in Senato e, dopo un'ulteriore votazione, la commissione sarà formata. Composta da 40 membri, di cui 20 deputati e 20 senatori, la Commissione bicamerale d'inchiesta per la scomparsa di Emanuela Orlandi e per Mirella Gregori, sarà un organo istituzionale con l'obiettivo di fare chiarezza sui due casi, così vicini che a tratti si sovrappongono, di sparizione delle due giovani donne.

Già dalla prima seduta di discussione è emersa la volontà diffusa di voler intraprendere questo percorso, con la speranza di fare chiarezza su quanto avvenuto in quei giorni di quasi 40 anni fa. Già espressa, inoltre, anche l'intenzione di ascoltare Pietro Orlandi: "Se non lo faranno loro, saremo noi a chiedere che Pietro venga ascoltato – aveva dichiarato l'avvocata Sgro a Fanpage.it comunicando la presenza in aula della famiglia Orlandi durante la discussione, avvenuta lo scorso lunedì 20 marzo – È la memoria storica di quanto accaduto, un archivio vivente sulla scomparsa di Emanuela".

Al termine del dibattito, lo ha ribadito anche lo stesso Pietro: "Sarò disponibile al 100% per dare il mio contributo", ha dichiarato.

Quale compito ha la commissione d'inchiesta su Emanuela Orlandi?

Come ricordato nel corso della discussione, la commissione bicamerale di inchiesta avrà il compito di fare chiarezza sul caso e sulle indagini che, sia a suo tempo che in tempi più recenti, sono state portati avanti sulla scomparsa delle due ragazze, avvenuta a circa un mese l'una dall'altra, con particolare attenzione alla vicenda di Emanuela Orlandi: dalle piste e alle false piste, alle prove mancanti e a quelle nascoste.

I due casi di scomparsa saranno ricostruiti ed esaminati, i dati e i materiali acquisiti tramite inchieste giudiziarie e giornalistiche saranno nuovamente verificati. Come esplicitato lunedì scorso, durante il dibattito, saranno nuovamente esaminati "atti e condotte commissive o omissive che possono aver costituito ostacolo o ritardo o aver portato ad allontanarsi dalla ricostruzione necessaria anche promuovendo azioni presso stati esteri finalizzati ad ottenere documenti di prova in loro possesso per ricostruire la vicenda alle analisi degli atti processuali e materiale investigativo".

Lo scopo della commissione è quello di trovare risposte a domande che, per decenni, non ne hanno avute: al termine del lavoro della commissione (composta da membri che, proprio per questa ragione non devono aver ricoperto o ricoprire ruoli giudiziari nell'inchiesta), sarà redatta una relazione conclusiva.

Le domande senza risposta

I lavori della commissione non sono ancora iniziati, eppure i deputati, nei loro interventi, hanno già fatto emergere gli interrogativi su cui si dovranno concentrarsi con priorità.

Alcuni si sono chiesti per quale ragione "molti soggetti siano stati ascoltati soltanto molti anni dopo" e, altri ancora, perché alcuni dei funzionari, sia quelli chierici che quelli laici, non siano invece mai stati ascoltati dalla Procura di Roma, nonostante tre rogatorie internazionali e il grande impegno a deporre appena due anni prima per l'attentato a Giovanni Paolo II.

Fra le persone mai ascoltate in Procura anche Monsignor Miserachs che, invece, è stato chiamato in Vaticano nel 2012 da papa Ratzinger: "Non penso di essere stato l'unico ad essere ascoltato", ha sentenziato riguardo a quell'incontro con la Santa Sede. Esattamente dieci giorni dopo quel colloquio, sono stati ritrovati i resti di Enrico De Pedis, detto Renatino, della Banda della Magliana, nella Basilica di Sant'Apollinare.

Mentre il Vaticano continuerà le sue indagini dopo l'apertura dell'inchiesta lo scorso gennaio (anche se secondo numerose testimonianze esisterebbe un dossier precedente sul caso Orlandi), anche l'Italia farà i propri accertamenti. Dal tentativo di scoprire i segreti del Sismi, che aveva capito fin da subito che la voce registrata sui nastri audio apparteneva davvero ad Emanuela Orlandi, a quello di rinvenire la stessa audiocassetta recapitata alla sede dell'Ansa (la gemella di quella che, invece, sarebbe stata lasciata nel colonnato di piazza San Pietro).

Dopo un inizio a rilento, con una prima seduta rimandata "per accertamenti", sembra che l'iter della formazione della bicamerale stia proseguendo senza ostacoli, con l'unico scopo che, da anni, è anche quello della famiglia Orlandi: trovare la verità su quanto avvenuto ad Emanuela.

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