Emanuela Orlandi e l’ipotesi del manicomio londinese, Pietro: “Fu il primo legame con l’Inghilterra”
Rinchiusa in un manicomio per decenni. È questo il destino che, secondo alcuni, sarebbe toccato ad Emanuela Orlandi, rapita il 22 giugno 1983 quando aveva 15 anni. A dirlo fu un ex agente segreto del Sismi nel 2011, oltre tredici anni fa. Secondo questa persona, la ragazza sarebbe stata trasferita in un manicomio a Londra. Nei giorni scorsi, sul tema è arrivata la risposta del fratello di Emanuela Orlandi, Pietro, sui social network. "Fu il primo legame tra la vicenda di Emanuele e l'Inghilterra", ha spiegato, facendo riferimento alla pista di Londra sulla quale, nell'ultimo periodo, si sono basate le indagini.
Il manicomio a Londra e il primo collegamento con l'Inghilterra
"È viva ed è rinchiusa in un manicomio a Londra". Questa rivelazione risale al 2011, quattordici anni fa in uno studio televisivo dove il fratello della giovane, Pietro Orlandi, stava presentando il suo libro. "Fino ad ora non ho parlato, ma mi stanno stuzzicando, dicono falsità con delle promesse – avrebbe spiegato l'agente segreto – E a questo punto chi deve pagare paga".
Da quel momento sono passati più di 10 anni e ancora non sappiamo se questa sia o meno la verità. Eppure tutti gli sviluppi, con un'intera pista che si è formata proprio negli ultimi anni, portano comunque a Londra. "Andai nel 2011 in Inghilterra nei lui indicati da questo personaggio – ha spiegato Pietro Orlandi a questo proposito negli ultimi giorni del 2024 sui social – Non trovai nulla, ma la Procura non volle neanche convocarlo. Questo aspetto della storia non fu mai approfondito", ha spiegato.
"Quello fu il primo legame tra la vicenda di Emanuela e l’Inghilterra – ha aggiunto Pietro Orlandi . Fu subito considerato un mitomane, accusato di calunnia e condannato ad 8 mesi. Scappò in Tunisia". Non ci sarà più la possibilità di ascoltarlo in commissione bicamerale: l'agente segreto che aveva parlato del manicomio è morto pochi mesi fa.
La pista inglese: "Emanuela Orlandi è a Londra"
Dopo quella della banda della Magliana e quella internazionale, la pista che è stata ricostruita con più dettagli nell'ultimo periodo è quella che vedrebbe la donna a Londra. Il fratello, Pietro Orlandi,si è sempre detto molto convinto di questa ipotesi. E, soprattutto nell'ultimo periodo, sarebbero molti i dettagli che combaciano con la narrazione che vede un trasferimento della quindicenne in Inghilterra.
Mentre personalità come l'avvocata Francesca Immacolata Chaouqui è convinta dell'estraneità del Vaticano, un funzionario del ministero della Difesa ha dichiarato che la Santa Sede avrebbe chiesto un volo come favore allo Stato Italiano a qualche mese dalla data della scomparsa il 22 giugno 1983 diretto a Londra, con a bordo due uomini e due donne.
Emanuela Orlandi a Londra: dove si trova oggi
Una volta arrivata oltremanica, potrebbe essere stata ospitata, come si è tentato di ricostruire dal 2014 a partire da alcuni documenti giudicati falsi dal Vaticano, in un ostello dei padri Scalabriniani. Anche se, secondo le ultime informazioni raccolte, potrebbe anche trovarsi in una residenza vaticana che si trova a Wimbledon, proprio davanti ad un ospedale privato.
"Se la ragazza fosse stata incinta – come riporterebbe una lettera inedita – Avrebbe avuto la possibilità di abortire là". Nel frattempo, sebbene siano molte le prove raccolte sul presunto passaggio di Emanuela Orlandi a Londra, le certezze restano poche. C'è la collanina giallorossa recuperata dal presunto carceriere della quindicenne; dalle lettere del cardinal Poletti, mai confermate dal Vaticano, fino all'impronta dei Nar.
Nel frattempo, resta attivo l'impegno della famiglia per cercare di trovare la verità sul caso e mantenere viva la speranza di fare chiarezza. Come ogni anno, in occasione del compleanno di Emanuela Orlandi che cade il 14 gennaio, il fratello Pietro ha organizzato un sit in: si svolgerà sabato 18 gennaio 2025 in piazza Cavour dalle ore 16 alle ore 18.
Insomma, con le giuste accortezze potremmo quasi dire che tutte le strade portano a Londra. Ma, almeno per il momento, restano aperti ancora troppi interrogativi per avere una visione chiara dell'accaduto.