video suggerito
video suggerito
Aggiornamenti sul caso Emanuela Orlandi

Emanuela Orlandi, Capaldo: “La tomba di De Pedis? Il Vaticano ci chiese di aprirla come favore”

Continua l’audizione del pm Capaldo da parte della commissione bicamerale d’inchiesta sui casi di scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori.
A cura di Beatrice Tominic
25 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

"Nessuna trattativa con il Vaticano, soltanto una collaborazione", questo è quanto sottolineato oggi, giovedì 25 luglio 2024, nel corso della seconda parte dell'audizione in commissione d'inchiesta per la scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori dal pm Capaldo che è tornato a parlare della trattativa fra Procura di Roma e Santa Sede.

Il racconto di Capaldo in commissione

"C'è stata una richiesta di collaborazione formulata da loro a cui io ho risposto positivamente chiedendo a mia volta una collaborazione fattiva, non era un'idea del capo della Gendarmeria, era un'idea della segreteria di Stato che voleva l'eliminazione di Renatino De Pedis dalla tomba – ha spiegato il pm – Io ho detto loro che saremmo stati disposti come procura di Roma se loro fossero stati disposti a collaborare per capire cosa fosse successo ad Orlandi".

Secondo Capaldo, infatti, non avrebbe avuto senso trasferire le soglie di De Pedis dalla basilica di Sant'Apollinare se non con una "collaborazione complessiva con il Vaticano" che, invece, "non aveva risposto alle rogatorie precedenti". Ha poi precisato: "Aprire la tomba solo per aprirla e trasferirla – ha aggiunto Capaldo – non era un'operazione giudiziaria da Procura della Repubblica, era solo un piacere che veniva richiesto".

L'incontro con Alessandrini e Giani

A procedere con la richiesta, poi passata alla storia con la definizione di "trattativa", sarebbero stati secondo Capaldo il capo della Gendarmeria di allora, Domenico Giani e il suo vice Costanzo Alessandrini, inviati da padre Georg Ganswein, allora segretario di Benedetto XVI, e dalla Segreteria di Stato. "Non erano venuti di loro iniziativa", ha poi aggiunto.

L'incontro, come aveva già anticipato nel corso della prima parte dell'audizione, lo scorso giovedì, si sarebbe tenuto nel 2012. Oltre ai tre, anche la dottoressa Simona Maisto, all'epoca contitolare dell'indagine, morta nel 2022 a cinque anni da un grande incidente.

La trattativa con il Vaticano

"Eravamo all'inizio del 2021, Giani si è presentato con Alessandrini in Procura: mi hanno detto che non erano venuti spontaneamente, ma incaricati da padre Georg che voleva segnalare alcune preoccupazioni del Vaticano che veniva presentato dalla stampa come ente poco collaborativo nella ricerca della quindicenne – ha spiegato – In particolare Giani mi chiese, come se stesse facendo da tramite a padre Georg, di aprire la tomba di De Pedis perché il Vaticano riteneva importante che fosse aperta dalla procura di Roma".

Così avrebbe spiegato a Giani perché si era aperto il dibattito sul coinvolgimento o meno della Santa Sede. "Coloro che volevano aprire la tomba, volevano controllare se con la bara di De Pedis fosse sepolta anche la salma di Orlandi – poi ha ricordato – Io ho segnalai che la ritenevo un'ipotesi assolutamente inverosimile visto che Orlandi era sparita nel giugno del 1983 e De Pedis è stato ucciso nel febbraio del 1990″.

Il favore e la pista internazionale

Il "favore" chiesto dal Vaticano sarebbe derivato dalla volontà da parte della Santa Sede: "Non voleva prendersi la responsabilità di adottare un provvedimento di traslazione della tomba, ma per me era necessario che questo provvedimento segnasse, almeno, l'inizio di una collaborazione. Giani mi rispose che ne avrebbe parlato con monsignor Georg. E alcuni giorni dopo mi ha fatto sapere che era d'accordo nel procedere così, ma poi non ho avuto più notizie. E nel frattempo è stato nominato il nuovo procuratore Pignatone".

Ma mentre secondo il Vaticano, come si è sempre saputo, la scomparsa di Emanuela Orlandi sarebbe da rintracciare in un intrigo internazionale, le opinioni di Capaldo sono ben diverse.  "Sono convinto che non siamo di fronte a un ricatto internazionale – ha poi concluso Capaldo – Credo però che il sequestro avesse una funzione di ricatto, ma penso vada escluso con fermezza quello internazionale per tanti motivi ivi compreso il fatto che il soggetto usato, una ragazzina, per un ricatto internazionale era del tutto incongruo".

25 CONDIVISIONI
243 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views