Emanuela Orlandi, avvocata della famiglia: “Chiesto nuovo incontro per consegnare chat del 2014”
Ha depositato una nuova istanza l'avvocata Laura Sgro, avvocata della famiglia Orlandi, che da anni sostiene e segue Pietro, il fratello di Emanuela. "Nell'istanza che ho appena presentato in Vaticano ho chiesto, per l'ennesima volta, di poter incontrare il promotore di giustizia Alessandro Diddi, in seguito alle notizie date alla stampa sull'apertura del fascicolo".
Nel corso dell'incontro, inoltre, l'avvocata Sgro ha intenzione di mostrare direttamente al promotore i testi delle chat di WhatsApp fra due persone molto vicine al papa. "Mi aspetto un incontro tempestivo – ha aggiunto – Vorrei consegnargli personalmente le chat e altri documenti: Non mi aspetto una risposta immediata da parte di Diddi ma confido che mi convochi quanto prima: perché se io dico che ho delle prove, tu hai il dovere di ascoltarmi".
Le chat fra le persone vicine al papa
Le chat a cui fa riferimento l'avvocata sarebbero state consegnate, come screenshot, alla famiglia Orlandi da persone che lavorano in Vaticano e risalgono ad un periodo di tempo fra il 2013 e il 2014, circa "due anni prima dell'apertura delle tombe del Teutonico".
Si tratta di uno "scambio di messaggi tra due persone molto vicine al Papa nel 2014, due persone che avevano un rapporto diretto e personale con lui, che interagivano costantemente con lui. Persone a lui molto vicine", ha spiegato, ospite a Porta a Porta, l'avvocata Sgro. Nella conversazione i due "parlavano della presenza di documenti che riguardavano Emanuela come di un problema che andava risolto, si faceva riferimento a tombaroli che erano coinvolti in questa cosa, alla presenza di persone a conoscenza di quello di cui stanno parlando, come il cardinale Abril e si dice che non si vogliono rivolgere al capo della gendarmeria Vaticana, Domenico Giani".
L'avvocata è decisa a consegnare questa corrispondenza, composta da circa 50 messaggi, al promotore vaticano personalmente. È lui, Alessandro Diddi, che insieme alla Gendarmeria Vaticana ha deciso di riaprire l'inchiesta: "Si tratta di un atto dovuto dopo le denunce e istanze presentate dalla famiglia", ha dichiarato a Fanpage.it.
Una volta presentati i nuovi elementi di cui la famiglia Orlandi è in possesso, l'avvocata vorrebbe anche potersi confrontare con lui per capire se, quelli presenti negli screenshoot, possano trattarsi di messaggi reali.
Chi sono le due persone che hanno scritto i messaggi nella chat
Quello nella chat è un dialogo nel quale interagisco sempre le solite due persone: "Noi ne conosciamo nome e cognome: sono entrambi vivi e vegeti, ma non so se lavorano ancora in Vaticano: chiediamo al promotore di riceverci per fornirgli questo e gli altri pezzi del puzzle di cui siamo in possesso – ha continuato l'avvocata prima di concludere – Vogliamo che si faccia un'inchiesta vera e attenta, anche se la magistratura vaticana non ha i mezzi, bisogna anche essere concreti, e neanche l'esperienza, si faccia anche una indagine interna".