Elezioni Roma, siamo stati in periferia con Virginia Raggi: “Qui mi conoscono non vengo solo per le foto”
Fanpage ha chiesto ai principali candidati a sindaco della capitale di andare insieme in periferia, per affrontare alcuni dei temi centrali di questa campagna elettorale, e per raccontare quartieri spesso lontani dai riflettori dei media. Con la sindaca Virginia Raggi, che spera in un secondo mandato, siamo stati a Morena, alla periferia Sud-Est di Roma in XII Municipio. È un quartiere particolarmente popoloso – circa 32.000 abitanti -, dista 13 chilometri dal centro ed è ben oltre il Grande Raccordo Anulare.
Quando la sindaca scende dal camper con il quale sta girando la città in campagna elettorale, in piazza Castrolibero si creano capannelli di curiosi e cittadini che si avvicinano per porre domande. Qui Raggi è venuta varie volte, e qui spera di fare il pieno di voti. Morena è un quartiere principalmente residenziale, case basse o palazzine di pochi piani, pochi servizi. Una zona di ceto medio, che nulla ha a che fare con alcuni quartieri di caseggiati popolari in mano alla criminalità organizzata che li ha trasformati in piazze di spaccio e territorio di contesa.
Ma Raggi avverte: bisogna saper guardare sotto la superficie. "Qui c'è una grossa presenza della criminalità organizzata, in particolare dei Casamonica. Solo che qua ci vivono e, quindi per evitare di alzare l'attenzione qui di solito non succede nulla". Di solito, perché poi non sembra la polvere rimane sotto il tappeto: "Il 24 agosto del 2011 a causa della faida tra clan un ragazzo giovanissimo, Edoardo Sforna di soli 18 anni, un innocente, viene scambiato per un appartenente ai Casamonica e rimane ucciso". I responsabili del suo omicidio non sono mai stati individuati: dallo scorso luglio un murales ricorda "Dodo" sul muro della sua scuola in via di Casal Morena.
La sfida elettorale si giocherà proprio in quartieri come Morena, in quelle periferie che ancora una volta saranno l'ago della bilancia. Nel 2016 il Movimento 5 Stelle e Virginia Raggi hanno fatto il pieno di voti lontano del centro, conquistando il consenso di tantissimi cittadini delusi dai partiti tradizioni, suscitando nuove speranze dopo lo tsunami dell'inchiesta su mafia capitale. Oggi la sindaca deve tentare di convincere gli indecisi e i delusi, chi ha deciso di tornare verso il centrosinistra o il centrodestra.
Il titolo di "sindaca delle periferie" diventa così un punto di orgoglio e il punto su cui battere per battere i suoi avversari: “Mi hanno chiamato la sindaca delle periferie, all’inizio lo hanno fatto forse un po’ per dileggio… io credo invece che sia un grandissimo complimento. Non solo perché in periferia ci vivo, ma perché le periferie, checché ne dicano gli altri candidati, chi gira da due mesi chi da un anno, sono il cuore pulsante di Roma, qui vivono la maggiora parte dei cittadini,. e sono sempre ristate abbandonate”.
Raggi chiede oggi fiducia per iniziare il lavoro avviato. Prima far funzionare l'ordinario, poi pensare ai grandi progetti e ai maxi eventi, è il messaggio che vuole far passare: “Quando io sono arrivata i municipi avevano tra i 3 e i 4 milioni di euro ciascuno per lavorare. Abbiamo messo apposto i conti e ho iniziato a erogare nuovi fondi ai municipi che oggi hanno 20, 30, 40 milioni ciascuno da far atterrare sui territori". E prende ad esempio proprio il luogo dove ci troviamo: "Questo vuol dire fare interventi. Qui il municipio ha fatto una vera piazza, che prima era invasa dalle auto, mentre ora è stata parzialmente pedonalizzata, con attraversamenti rialzati e una nuova illuminazione".
Rivendica una diversità rispetto ai suoi avversari, un'identificazione con un popolo che vive in periferia. "Io in periferia ci vivo", ripete Raggi più volti nel corso del nostro tour per il quartiere. Michetti, Gualtieri e Calenda invece no è il sottinteso, "qui vengono solo a fare le foto", a dire "qui si fa questo lì si fa quello come fosse un Monopoli", ma "i cittadini lo hanno capito che nonostante le difficoltà noi qua ci siamo arrivati".
Tante sono le cose ancora da fare, in particolare sui due dossier più complessi, rifiuti e trasporti. Qui a Morena c'è la raccolta differenziata porta a porta, che la sindaca aveva promesso di aumentare in maniera considerevole in questi anni, mentre è rimasta al palo e il ciclo dei rifiuti è sempre sul filo dell'emergenza. E a chi si lamenta che i cassonetti non bastano risponde: “Non ci sono i cassonetti? Piano, piano li stiamo sostituendo, abbiamo acquistato 41.000 cassonetti”.
E a Morena, come in tutti i quartieri di cintura soffre un sistema di trasporto pubblico insufficiente: “Abbiamo portato 900 autobus nuovi a Roma, completamente nuovi. E molti di questi autobus sono stati portati proprio nelle rimesse di periferie per andare a rafforzare il servizio nei quartieri più lontani dal centro, perché la distanza fisica dal centro a causa di un parco mezzi vecchio di oltre vent’anni diventava una distanza ancora maggiore". Ma non è finita: "Nel prossimo mandato porteremo altri 1500 nuovi autobus su strada, di cui 500 completamente elettrici per andare a sostituire e rafforzare il parco mezzi di Atac”.