Elezioni Lazio, Marotta (Verdi, Sinistra): “Un’Agenzia Sociale per garantire il diritto alla casa”
Trentasette anni, Claudio Marotta ha cominciato a fare politica alle scuole superiori con i collettivi studenteschi di sinistra. Attivista del centro sociale La Strada, è stato assessore alla Cultura nell'VIII Municipio e coordinatore di Sinistra Civica Ecologista : oggi è candidato al Consiglio Regionale del Lazio con la lista Verdi, Sinistra per D'Amato presidente. "Rivendichiamo la storia collettiva che c'è dietro le nostre candidature e la radicalità dei nostri profili".
Come mai ha deciso di candidarsi?
È la prima volta che concorro alle elezioni, questa volta voglio metterci la faccia. Abbiamo deciso di lanciare la mia e le altre candidature durante un'iniziativa al centro sociale Spartaco: la nostra è una storia collettiva, ma a volte le storie collettive si condensano sul nome, su una figura. Negli ultimi anni ho svolto soprattutto un lavoro politico di coordinamento, soprattutto per Sinistra civica ed ecologista, in generale resto un attivista impegnato nelle lotte sociali. Ho portato avanti un lavoro di cucitura di istanze e vertenze, anche in provincia, così è emersa la mia candidatura. Sentivamo, dopo un ciclo di governo lungo dieci anni, la necessità di voltare pagina e proporre figure nuove, giovani, combattive. Il cambiamento va praticato, non esistono persone buone per ogni stagione. E il cambiamento si misura anche con biografie radicali capaci di dare battaglia nei palazzi e nella società.
Due priorità in caso di vittoria.
Una sicuramente il reddito di cittadinanza su base regionale, o meglio, il reddito per il cittadino in formazione. Questo è un punto di programma che abbiamo voluto portare avanti e che è stato recepito da D'Amato per il Programma di coalizione.
Siamo orgogliosi di aver proposto noi per primi di dare 800 euro al mese ai ragazzi e le ragazze tra i 17 e i 35 anni che decidono di investire sul loro percorso di formazione, e aiutarli a realizzare i loro desideri. Con questo vogliamo dire ai giovani delle nostre città di non accettare lavori sottopagati, vogliamo contrastare gli abusi e la piaga dei contratti finti e del lavoro nero.
E la seconda?
Una riforma della legge 12 sull'edilizia residenziale pubblica sulle case popolari, una legge antiquata varata più di vent'anni fa. Dobbiamo immaginare nuove politiche abitative per assicurare a tutti e tutte un tetto sulla testa e una vita degna, serve un rilancio dell'edilizia pubblica residenziale ma anche di quella agevolata. Un altro punto del nostro programma, che D'Amato ha recepito, è quello di un'Agenzia Sociale per la Casa, ossia uno strumento più agile, che sappia stare addosso alle questioni emergenti dalle nuove figure sociali, come studenti fuori sede e migranti, donne in situazioni di fragilità, ossia tutto quello spettro di figure che non sono comprese nella vecchia politica classica delle case popolari per il nucleo familiare. Abbiamo bisogno di uno strumento come l'Agenzia sociale per la casa che sia in grado di dare risposte agili, e anche di svolgere un ruolo di calmiere per il mercato degli affitti, che che è un altro tema importante per tutta la città metropolitana. Oggi è pieno di ragazzi che vivono nei comuni a ridosso di Roma, ma che sono a tutti gli effetti dentro l'area metropolitana, e meritano quindi una risposta.
Le elezioni si avvicinano e tutti i sondaggi danno Rocca in testa. Cosa ne pensa dell’accordo saltato con Conte?
Noi della lista Verdi e Sinistra siamo stati quelli che hanno insistito fino all'ultimo nel tentativo di far parlare Partito democratico e Movimento 5 Stelle. Da questo punto di vista c'è la responsabilità del Movimento 5 Stelle di non aver voluto mettersi a tavolino e provare a trovare quei punti di sintesi per costruire una coalizione. Adesso però siamo a dieci giorni dal voto ed è tempo di correre, abbiamo scelto di sostenere D'Amato perché è l'unico candidato in campo che può riuscire in un'impresa difficilissima. Dobbiamo evitare che la Regione torni nelle mani di quella destra che si scrive Rocca, ma si legge Storace e Polverini. Una destra che ha portato l'istituzione al fallimento dato che dieci anni fa la Regione era praticamente fallita.
Uno dei temi più caldi in questa campagna elettorale è quello dei rifiuti, e ovviamente del termovalorizzatore. Qual è la vostra posizione come lista Verdi, Sinistra?
I nostri gruppi di Verdi e Sinistra che oggi si federano in Consiglio comunale sono gli unici del centrosinistra che non hanno votato a favore dell'inceneritore. Quello che pensiamo è agli atti. Il nostro motto è Riduci, ricicla, recupera e riusa come recita la direttiva UE sui rifiuti, e poi c'è il tema dell'impiantistica. Dopodiché adesso siamo a un bivio. Il futuro presidente della Regione non si occuperà del termovalorizzatore perché sarà materia del Commissario di governo, e quindi è fuorviante il fatto che si sia rotta una coalizione su un punto che sembra sia diventato l'Alfa e l'Omega di tutta la nostra esistenza, quando ci sono molte altre cose in ballo. Nel nostro programma trattiamo di contrasto alle povertà: alla povertà alimentare, alla povertà energetica e a quella educativa, su cui contiamo di investire in modo sostanziale. Noi sulle questioni ambientali abbiamo un punto di vista più radicale, e faremo valere le nostre ragioni anche anche in consiglio regionale.
Gasparri ha criticato la candidatura di esponenti dei movimenti per la casa nella lista di Alessio D'Amato. Da attivista, cosa risponde?
Sono orgoglioso di avere accanto una compagna, Maurita Virtù, espressione di una comunità in movimento, un faro per la nostra città. Noi abbiamo deciso di sostenere D'Amato senza rinunciare alla radicalità delle nostre biografie. Sentiamo l'urgenza di fermare la destra e di sostenere il candidato di una coalizione larga che possa sconfiggerla. La lista Verdi e Sinistra dal canto suo fa una cosa coraggiosa, che è quella di dare spazio a volti nuovi: non c'è nessun consigliere regionale uscente che si candida a fare il secondo o il terzo mandato, ma ci sono tutte storie nuove radicate nei movimenti, nell'associazionismo e che esprimono una certa radicalità. Noi oggi sentiamo l'urgenza di cambiare il modello di sviluppo senza rinnegare le nostre pratiche, che mettono in campo forme di welfare sussidiario. Esattamente quello che fa Spin Time. Rivendichiamo la storia collettiva che c'è dietro queste candidature e la radicalità dei nostri profili e proposte: anche così si combatte la disillusione e il disincanto.