Roma, 4 candidati ‘impresentabili’ per l’Antimafia. De Vito: “Mai condannato nemmeno per una multa”
Sono quattro, secondo quanto emerge dalle considerazioni della Commissione parlamentare antimafia, i candidati ‘impresentabili' alle prossime elezioni amministrative romane. Nove i nomi indicati in tutta Italia, di cui quattro concentrati nella capitale: si tratta di Marcello De Vito, Maria Capozza (entrambi di Forza Italia) Viorica Mariuta e Antonio Ruggiero (entrambi del Movimento Idea Sociale). Le verifiche sono state disposte dalla Direzione distrettuale antimafia secondo il codice di autoregolamentazione dei partiti e la legge Severino. "Non sono mai stato condannato nemmeno per una multa – ha dichiarato De Vito – e domenica sarò presentabile".
Perché De Vito e gli altri candidati sono giudicati ‘impresentabili'
Marcello De Vito, attuale presidente dell'Assemblea capitolina, ex M5s e ora candidato con Forza Italia, è stato giudicato ‘impresentabile' per il decreto di giudizio immediato per corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio. Su Maria Capozza, altra candidata con Forza Italia, risulta un decreto che fissa un giudizio per corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio. Mentre per Viorica Mariuta e Antonio Ruggiero, entrambi del Movimento idea sociale, risultano rispettivamente una condanna non definitiva per peculato e un decreto di giudizio per impiego di denaro, utilità o altri beni di provenienza illecita.
Le dichiarazioni di Morra, presidente della Commissione antimafia
Il fatto di essere stati dichiarati ‘impresentabili' non vuol dire che i candidati siano obbligati a ritirarsi dalla corsa. "Diversi soggetti risultano ‘impresentabili' ai sensi del codice di autoregolamentazione sottoscritto dalle forze politiche che siedono in Commissione Antimafia – spiega il presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra – Alle elezioni comunali spesso ci troviamo di fronte alle cosiddette liste civiche, che a meno di non trovarsi in coalizione con altre forze politiche che hanno sottoscritto il patto di autoregolamentazione, sulla carta non hanno alcun vincolo non avendo sottoscritto alcun impegno". E aggiunge: "Certo che se questo impegno viene sottoscritto dalle forze politiche perché presenti in Antimafia e quindi in parlamento, un comune senso etico vorrebbe che anche le liste civiche si adeguassero a questa pronuncia, ma non c'è un impegno formale".