Elezioni, Catarci: “La destra è estranea ai problemi delle periferie, io me ne occupo tutti i giorni”
Andrea Catarci ha una lunga storia di amministratore locale nella "sua" Garbatella. Oggi, che è assessore alla Città dei 15 minuti e al decentramento della giunta guidata da Roberto Gualtieri, è candidato al Senato alle prossime elezioni politiche del 25 settembre. Esponente dell'Alleanza Rosso Verde, corre per il collegio Roma 3 del Senato, che comprende i territori del III, IV, V e VI Municipio di Roma, da Montesacro a Tor Bella Monaca, da Centocelle a Colli Aniene.
Assessore come va la campagna elettorale?
Incontriamo tutti i giorni tanti cittadini e cittadine, centinaia di persone. È faticoso e difficile parlare con le persone, soprattutto con chi non ha già deciso che voterà per te, ma è anche lo stimolo più importante della campagna elettorale. Lo faccio spesso e volentieri con Rossella Muroni ed Enzo Foschi, candidati per la coalizione alla Camera nei rispettivi collegi, c'è tanta strada da fare ma la stiamo percorrendo. Incontriamo ogni giorno organizzazioni sociali, rappresentanti del terzo settore e delle categorie, i sindacati. Inutile nasconderlo: in questo momento c'è tanta preoccupazione per il futuro.
Affronta la sfida in un collegio enorme…
Si tratta di rispondere a quasi un 1.000.000 di cittadini. Un solo rappresentante al Senato per un territorio che vale come la quarta città italiana per numero di abitanti: questa è una delle storture più evidenti del taglio del numero dei parlamentari. Si tratta oltretutto di un territorio tutt'altro che omogeneo: si va dalle zone più povere in termini di reddito della città, con problemi specifici estremamente importanti da affrontare come la penetrazione della criminalità organizzata, la descolarizzazione, il problema della casa, a zone semi centrali della città. Petroselli diceva "bisogna accorciare le distanze", ed è quello che dobbiamo fare: distanze tra centro e periferia, ma anche le distanze tra chi ha di meno.
Con quali proposte va nelle periferie romane a fare campagna elettorale?
Prima di tutto io ci vado con una mia credibilità di amministratore locale. Sono gli stessi quartieri e municipi di cui da assessore mi occupo tutti i giorni per far arrivare risorse e servizi, e di cui continuerò ad occuparmi in ogni caso. La mia principale avversaria è Giulia Bongiorno (candidata del centrodestra e senatrice uscente della Lega ndr), sarà sicuramente preparatissima per discutere di riforma della giustizia o di strategie di difesa legale, ma di come si vive nei nostri quartieri, dei problemi delle persone, non credo sappia molto. A chi incontro dico: attenzione a chi votate, non solo la destra vuole togliervi il reddito di cittadinanza, non solo sarà feroce sui diritti civili, ma la destra che si presenta nei nostri quartieri non ha nulla a che fare con essi.
La questione sociale è tornata al centro di questo campagna elettorale, dove temi come le migrazioni e la sicurezza sono più marginali…
E proprio per questo la stiamo mettendo al centro, anche come sinistra, della nostra campagna elettorale. Bisogna difendere il reddito di cittadinanza, che ha consentito a molti di non finire in una situazione di povertà assoluta. Guardi per capire che funziona basta vedere chi lo vuole abolire quali interessi rappresenta… Ma non basta: vogliamo un reddito minimo garantito che allarghi la platea, raggiungendo tutti e 5 i milioni di cittadini che rischiano di diventare poveri a causa della crisi energetica nuovi poveri che rischiano di diventare ben di più a causa della crisi energetica. E c'è bisogno di un salario minimo a 12 euro: dobbiamo dire basta al lavoro povero, non si può lavorare e non arrivare a fine mese. Le politiche attive del lavoro non funzionano? Il problema è riformarle in modo serio non cancellare il welfare. E poi la casa: bloccare gli sfratti e abolire l'articolo 5 che criminalizza chi non ne ha una è solo il primo passo per politiche abitative che garantiscano un diritto primario.
Ovviamente la forza politica che rappresenta parla anche molto di ambiente, una questione al centro del dibattito per il nesso indissolubile tra crisi energetica e transizione ecologica. Ci fa un esempio concreto di politiche anche a livello locale?
Le energie rinnovabili non possono essere un pannicello caldo per riempire il programma, ma poi si continua puntar sulla prosecuzione sul consumo di combustibili fossili, o addirittura sul nucleare come irrealisticamente propongono le destre. Dobbiamo cambiare modello, è difficile da fare ma le ragioni sono evidenti nella loro semplicità: il cambiamento climatico non è un'ipotesi, è la realtà che viviamo già oggi ed è drammatica. Quindi? Mettere al centro eolico e fotovoltaico. A Roma abbiamo investito 400 milioni per l'efficientamento energetico degli edifici scolastici, una pratica che dobbiamo estendere a edifici pubblici e privati. Il pubblico deve dare l'esempio, lo Stato deve promuovere progetto strategici per il futuro del nostro paese e raggiungere gli obiettivi sulle emissioni.