Elezioni, Astorre: “Obiettivo Pd primo partito nel Lazio. E alle regionali uniti con Azione e M5S”
Nel Lazio il Partito democratico ha conquistato il 23,8 per cento alle elezioni europee del 2019, secondo partito dietro alla Lega di Salvini. Alle Comunali del 2022 il centrosinistra ha perso a Viterbo, Frosinone e Rieti e nel 2021 ha conquistato il Campidoglio grazie a Roberto Gualtieri, che al ballottaggio ha sconfitto il candidato del centrodestra Enrico Michetti. Alle elezioni politiche del 25 settembre, ha dichiarato a Fanpage.it, Bruno Astorre, senatore dem e segretario regionale, "puntiamo ad essere il primo partito nel Lazio e in Italia. Stiamo facendo campagna elettorale nei territori per raccontare ai cittadini come vogliamo risolvere i problemi di oggi, ma anche dare una visione, una speranza per il futuro. Ha citato i risultati della Lega, che ha tra le sue proposte la flat tax al 15 per cento. Con essa chi ha un reddito alto, per esempio 600mila euro, pagherebbe oltre 100 volte in meno in meno di tasse. Una differenza incredibilmente più alta rispetto a chi ha un reddito medio-basso intorno ai 30mila euro. Ecco penso che sia proprio un esempio concreto di ingiustizia sociale che noi non vogliamo portare avanti".
Bruno Astorre è candidato al Senato come capolista del Pd nel collegio plurinominale Lazio 2, che comprende tutte le Province del Lazio ad esclusione del territorio di Roma Capitale. Negli ultimi giorni Coletta è stato riconfermato sindaco di Latina ma, come detto, il Pd ha perso a Viterbo, Frosinone, Rieti. In questi territori storicamente difficili che risultato vi aspettate?
Il dato politico che dà il centrodestra in vantaggio nelle province del Lazio è un dato piuttosto strutturale. L'impegno che ci stanno mettendo tanti amministratori e tanti circoli del Partito democratico in questa campagna elettorale è ammirevole. Ci stiamo tutti impegnando affinché si possa migliorare il risultato ottenuto in passato tenendo bene in mente che esiste un dato strutturale difficile da ribaltare.
Con quali proposte puntate a conquistare il voto dei cittadini soprattutto nelle periferie della Capitale e nelle province del Lazio?
Il mio collegio è vastissimo e riguarda 3 milioni di cittadini. Da sempre ho fatto politica nei territori e tra la gente. In questa campagna elettorale sento molto, sia da parte delle famiglie che degli imprenditori, un allarme sul caro bollette e sull'inflazione galoppante, che erode soprattutto i redditi fissi. A questi problemi non possiamo rispondere con slogan elettorali, ma con i fatti. Per esempio Orban, alleato di Salvini e Meloni, è proprio il capo di governo che più si oppone alla fissazione di un tetto al prezzo del gas. Un esempio concreto su come aiutare le famiglie in difficoltà l'abbiamo dato con la Regione Lazio, che ha deciso di non far pagare l'aumento delle bollette ai possessori legittimi di case popolari. Abbiamo dato una dimostrazione concreta su come aiutare le famiglie a basso reddito, che non pagheranno da qui ai prossimi mesi l'incremento delle bollette. Questa misura riguarda circa 50mila famiglie.
A Roma inevitabilmente il risultato elettorale sarà anche un primo giudizio sull’operato della giunta Gualtieri. I romani confermeranno la fiducia al sindaco?
Questo è un voto con cui i cittadini decideranno chi deve governare il Paese e non è un rererendum sull'operato del sindaco in questi mesi. Credo che Roberto Gualtieri stia portando avanti scelte coraggiose come ad esempio la chiusura del ciclo dei rifiuti a Roma, che porterà la Capitale a guardare con serenità al futuro. Per esempio, ancora, proprio in questi giorni ha consegnato la candidatura di Roma per Expo 2030. Avremo il Giubileo del 2025, speriamo anche l'Expo del 2030 e Roma non vuole perdere queste opportunità che potrebbero cambiare il volto della città.
Queste elezioni saranno importanti anche per le Regionali del Lazio che si svolgeranno nei prossimi mesi. In Regione governate con i 5 Stelle, con Azione e con Italia Viva. Confermerete questo ‘Campo larghissimo'?
Parlerei di un ‘Modello Lazio', quell'alleanza larga che in Regione abbiamo e che si concretizza in un esperimento unico a livello nazionale, che parte dalle forze civiche e arriva ad Azione e Italia Viva passando per i 5 Stelle. Questo è il Modello Lazio che sostiene Nicola Zingaretti, una vasta alleanza inclusiva. I numeri per governare ci sono sempre stati, non è stato mai un problema di numeri, ma un'alleanza fatta per realizzare le cose e le stiamo realizzando grazie al lavoro della giunta, ma anche grazie al lavoro dei consiglieri e delle consigliere di maggioranza. Cito una legge approvata nei mesi scorsi sulla disabilità che aveva come prima firma quella di Valentina Grippo, coordinatrice regionale di Azione, votata da tutta la maggioranza. Alle Politiche non c'è stata la possibilità di presentarci uniti, ma io terrei sempre separata la questione nazionale da quella locale. L'auspicio è di confermare questa alleanza ampia e inclusiva e che si è realizzata sulle cose da fare e non su dei presupposti meramente numerici e politici.
Quando annuncerete il candidato o la candidata presidente del centrosinistra alle Regionali? Primarie escluse definitivamente?
Io non parlerei di Regionali siamo tutti concentrati a vincere le elezioni politiche. Mi atterrei a quello che la direzione regionale del Pd ha deciso e ha condiviso con tutta la coalizione. Dopo il 25 settembre costruiremo la coalizione attorno a un programma e solo successivamente decideremo il candidato o la candidata e le sue modalità di scelta. Prima la coalizione e il programma e poi parleremo del candidato o della candidata e di come la o lo sceglieremo.
Ci sono state polemiche sulla formazione delle liste per le elezioni del 25 settembre. Tutto il Pd è compatto nel sostenere la campagna elettorale guidata da Enrico Letta?
La formazione delle liste con le leggi che prevedono liste bloccate porta sempre delle polemiche, soprattutto in un partito che approva le decisione in direzione nazionale e non come gli altri a casa loro. La riduzione del numero dei parlamentari e l'apertura delle liste del Pd ad altre forze civiche e progressiste inevitabilmente ha portato a scelte dolorose e a inevitabili polemiche. Ma da quello che vedo attorno alla campagna elettorale guidata da Enrico Letta c'è tutto il Partito democratico. Non c'è nessuno, neanche tra coloro che hanno polemizzato, che si sta sottraendo all'impegno del segretario Letta.