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Educazione sessuoaffettiva a scuola a Roma: la risposta del Campidoglio alle lettere di Militia Christi

“Orgogliosi della scelta fatta”, è la risposta arrivata dal Campidoglio dopo l’invio delle lettere nei municipi con cui Militia Christi chiede l’annullamento del progetto.
A cura di Beatrice Tominic
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La lettera recapitata da Militia Christi nei municipi a sinistra. Un cartello per l'educazione sessuoaffettiva a destra.
La lettera recapitata da Militia Christi nei municipi a sinistra. Un cartello per l'educazione sessuoaffettiva a destra.

Dopo gli innumerevoli attacchi da parte di forze politiche di destra, associazioni provita e ultraconservatrici, è arrivata la risposta del Campidoglio sul progetto di educazione sessuoaffettiva alle scuole medie ideato e promosso da Roma Capitale.

"Roma Capitale, pur consapevole che sarebbe necessario un intervento nazionale, intende fare la sua parte e rispondere alla crescente domanda di supporto su questi aspetti, che viene dai giovani, dalle scuole e dalle famiglie, in una fase della crescita dei ragazzi e delle ragazze in cui si sviluppano competenze emotive e sociali, fondamentali nella relazione con sé e con l'altro", hanno scritto in una nota congiunta l'assessora alla Scuola di Roma Capitale, Claudia Pratelli insieme agli assessori e alle assessore delle politiche educative dei Municipi:  Giulia Silvia Ghia, Paola Rossi, Paola Ilari, Annarita Leobruni, Cecilia Fannunza, Marcello Morlacchi, Francesca Vetrugno, Paola Angelucci, Andrea Morelli, Claudia Bruschi, Maria Stella Squillace, Arianna Ugolini, Claudia Salerno, Tatiana Marchisio. È proprio nei municipi, infatti, che nell'ultima settimana sono arrivate delle lettere di protesta e richiesta di rinunciare al progetto da parte dell'organizzazione cattolica Militia Christi.

Le lettera da Militia Christi ai municipi: "Chiediamo di non accogliere né favorire questo progetto"

Molte delle lettere sono state spedite il 30 gennaio scorso, nella giornata di giovedì. E, in breve tempo, hanno raggiunto i destinatari, cioè i municipi di Roma Capitale. Per assicurare che le lezioni di educazione sessuoaffettiva siano capillare sul territorio, infatti, si è pensato di favorire almeno una scuola per ogni zona. Da qua la scelta dei mittenti di inviare la missiva in ogni singolo municipio. 

La lettera recapitata ai municipi.
La lettera recapitata ai municipi.

La richiesta dell'organizzazione è quella di respingere il progetto poiché va a supportare "modelli e comportamenti in totale contrasto con l'autentica realizzazione personale e socio-affettiva" che, come tengono a precisare dalla società, "si fondano sull'accettazione della propria identità sessuale" che, nella missiva, viene basato sul binomio maschio-femmina e "su rapporti permanenti come i matrimoni". Per questa ragione, secondo la lettera che potremmo definire quantomeno anacronistica inviata ai singoli municipi, si trova l'invito a "dirottare i fondi (420mila per finanziare il bando, ndr) in qualcosa che giova davvero alla crescita morale, cultura e sociale dei ragazzi", contro quella che  a loro avviso "contrasta in modo oggettivo e grave con la sana antropologia".

La risposta del Campidoglio: "Campagna di diffamazione"

Non ha tardato ad arrivare la risposta del Campidoglio: "In merito alla campagna di diffamazione avanzata in queste ore intendiamo prendere parola, per sgombrare il campo da ogni velleitario tentativo di mistificare e fare propaganda intorno al progetto Educazione all'affettività e alle relazioni, promosso da Roma Capitale – scrivono nella nota – Il progetto intende attivare in piena trasparenza un percorso di educazione all’affettività e alle relazioni nella delicata fase della preadolescenza, di promozione della cultura delle pari opportunità, della non violenza, della non discriminazione, del rispetto delle diversità, con il coinvolgimento della comunità educante. Un intervento che ha lo scopo manifesto di supportare la crescita sana dei ragazzi e delle ragazze in un'ottica di consapevolezza di sé, delle proprie emozioni, del rispetto reciproco e della piena dignità, libertà e felicità di ciascuno/a".

Nel corso delle attività sarà chiaro il contrasto ai fenomeni di bullismo e cyberbullismo, così come agli episodi di violenza contro le donne, anche tra minorenni, e le discriminazioni tra pari basate sul genere e sull'orientamento sessuale. Sebbene in Italia non esistano esempi, l'educazione alle relazioni e all'effettività non è una novità: anzi, è materia in quasi tutti gli Stati europei, già obbligatoria in 19 Stati membri.

"Intendiamo, quindi, da un lato confermare la volontà di supportare il progetto e con questo i ragazzi e le ragazze, le famiglie e l'intera comunità educante nel compito che troppo spesso sono chiamati ad affrontare, da soli e senza strumenti, in una società sempre più complessa, tecnologica e competitiva – sottolineano, prima di concludere – Dall'altro vogliamo diffidare chi strumentalmente e sulla pelle dei ragazzi e delle ragazze gioca una partita tutta ideologica, basata su blande e vuote accuse, per altro mai suffragate da prove e argomentazioni di merito".

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