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Educatore licenziato per un post pro Palestina: revocato status di rifugiato, sarà rimpatriato

Seif Bensouibat lavora da dieci anni come educatore al liceo Chateaubriand di Roma. Dopo alcuni post sulla Palestina gli è piombata a casa la Digos, gli è stato revocato lo status di rifugiato e ha perso il lavoro. Ora si trova nel Cpr di Ponte Galeria, in attesa del rimpatrio.
A cura di Natascia Grbic
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Il Cpr di Ponte Galeria, dove si trova ora Seif
Il Cpr di Ponte Galeria, dove si trova ora Seif

Ha perso il lavoro, il suo status da rifugiato politico e ora sta per essere deportato. Seif Bensouibat è un professore algerino che per dieci anni ha lavorato come educatore nella prestigiosa scuola francese Chateaubriand di Roma. Qualche mese fa, sui social e in alcune chat private, ha commentato in modo rabbioso il genocidio in atto a Gaza. Commenti di cui poi si è detto pentito, spiegando che li aveva scritti in un momento di profondo dolore per quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza. Eppure, nonostante i suoi non fossero commenti pubblici, gli piombata la Digos a casa, cercando materiale esplosivo (durante la perquisizione non è stata riscontrata nessuna irregolarità). Sospeso e infine licenziato dopo due settimane, è poi arrivata la notizia della revoca del suo status da rifugiato. Il motivo? È considerato una persona ‘pericolosa'. Nonostante sia incensurato e non abbia mai avuto problemi con la giustizia nella sua vita.

Nella giornata di ieri, dopo un volantinaggio davanti lo Chateaubriand che denunciava la situazione, le forze dell'ordine sono piombate a casa sua, dove vive insieme al suo cane, e lo hanno portato via. Da allora si trova recluso nel CPR di Ponte Galeria, in attesa dell'espulsione. Seif, che da dieci anni vive in Italia come rifugiato politico, sarà rimandato in Algeria. Tutto per dei commenti privati.

"Si trattava solo di un post arrabbiato, sicuramente discutibile, ma niente più di un post", ha dichiarato una sua amica, preoccupata perché non riesce ad avere notizie di Seif. "Seif è stato prelevato con la forza da casa come un criminale. La sua vita è stata brutalmente interrotta, di lui non sapremo più nulla, né noi né il suo cagnolino che lo aspetta nel suo appartamento. Tutto ciò non è accettabile. Noi andremo avanti per tutte le strade percorribili, ma intanto il tempo passa, la vita scorre e i danni sono irreversibili. Purtroppo, sappiamo bene che, in questi casi, solo il faro mediatico può avere degli effetti nel breve termine".

L'avvocato di Seif Bensouibat, Flavio Rossi Albertini, ha chiesto la revoca del provvedimento, in modo che possa rimanere in Italia e non essere deportato. Peppe De Cristofaro, senatore di Avs, ha depositato un’interrogazione urgente al ministro dell’Interno e a quello della Giustizia, per chiedere "se non ritengano il provvedimento del tutto abnorme rispetto ai fatti contestati e in violazione del diritto fondamentale alla libertà di manifestazione del pensiero dell’uomo".  Sabato 18 maggio è stato organizzato un corteo a Centocelle, che partirà alle 18.30 da piazza dei Mirti, mentre domenica, alle 16, ci sarà un presidio a Ponte Galeria, dove Seif è attualmente detenuto.

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