Eccezionale intervento a Roma: bimbo di 7 anni operato al cuore dopo un trapianto, è salvo
Era stato sottoposto pochi mesi fa ad un trapianto di cuore presso la Cardiochirurgia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma quando si sono manifestati alcune complicanze. È successo ad un bambino di 7 anni costretto a tornare nuovamente in sala operatoria dopo aver sviluppato una patologia tipica dell'età adulta che, in alcuni casi, si rivela fatale.
Il piccolo è stato sottoposto ad un intervento di disostruzione coronarica per il quale hanno collaborato medici del policlinico Agostino Gemelli e dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù. Si è trattato di un'operazione che ha dell'eccezionale che ha permesso di salvare la vita al piccolo.
Il bimbo di 7 anni e il problema al cuore dopo il trapianto
Come spiegano gli ospedali, a qualche mese dal trapianto, il bimbo ha sviluppato una vasculopatia da rigetto che ha determinato l’occlusione dell’arteria coronaria discendente anteriore. Si tratta di una patologia tipica dell’età adulta, che si presentata in rari casi: è molto grave poiché in grado di mettere a rischio la funzionalità del cuore trapiantato e può rivelarsi fatale.
Per salvargli la vita, vista l’anatomia particolarmente complessa della lesione coronarica, il piccolo, in cura all'ospedale pediatrico, è stato trasferito dal Bambino Gesù alla Terapia Intensiva Pediatrica (TIP) del Policlinico Gemelli dove, tramite un intervento di posizionamento di uno stent dai cardiologi interventisti del Gemelli, è stato salvato.
L'intervento salva vita del bimbo di 7 anni
L'operazione straordinaria è stata effettuata dai cardiologi interventisti del Centro Cuore di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs, in collaborazione con i cardiochirurghi dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Irccs.
La squadra di medici del Bambino Gesù, guidata dal professor Antonio Amodeo, docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e il Centro Cuore del Gemelli, diretto dal professor Massimo Massetti, Ordinario di Cardiochirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha deciso di tentare una disostruzione mediante angioplastica dell’arteria discendente anteriore prossimale, che appariva completamente occlusa.
L'intervento si è concluso con il posizionamento di uno stent dai cardiologi interventisti del Gemelli e ora il piccolo sta bene.
Il team di medici che ha operato il piccolo
Così il piccolo è stato trasferito al Gemelli, dove è stato assistito dall’équipe del professor Giorgio Conti (direttore UOC Terapia Intensiva Pediatrica e docente di Anestesia e Rianimazione all’Università Cattolica), sottoposto a una complessa procedura di rivascolarizzazione da un team multidisciplinare, coordinato dal professor Carlo Trani, direttore della UOC Interventistica Cardiologica del Gemelli e Associato di Cardiologia all’Università Cattolica e dal professor Francesco Burzotta, ordinario di Cardiologia all’Università Cattolica e direttore della UOC di Cardiologia del Policlinico Gemelli, coadiuvati dal dottor Matteo Di Nardo, anestesista pediatrico dell’Ospedale Bambino Gesù e dal professor Andrea Scapigliati (docente dell’Università Cattolica) cardio-anestesista del Gemelli.
L'importanza della collaborazione fra ospedali per curare il piccolo paziente
"Il piccolo era affetto da una miocardiopatia dilatativa, per questo è stato necessario impiantare un cuore artificiale, che il piccolo ha tenuto per oltre un anno, come ponte al trapianto, che siamo riusciti ad effettuare con successo – ha ricordato il professor Amodeo – Per questo abbiamo ritenuto necessario intervenire in collaborazione con i colleghi dell’Università Cattolica e della Fondazione Policlinico Gemelli".
Questa operazione rappresenta l'importanza dalle collaborazione multidisciplinare: " È necessaria in situazioni anomale e di questa complessità, per risolvere le quali è fondamentale mettere insieme tante expertise di più centri", commenta il professor Trani. Gli fa eco il professor Burzotta, secondo il quale aver affinato la tecnica sugli adulti si è rivelato utile anche per il piccolo.
Il centro Cuore del policlinico Agostino Gemelli
"È paradigmatico della nostra filosofia del prendersi cura del paziente, più che di limitarsi a curarlo. Un approccio che pervaderà tutte le attività del Centro ‘CUORE’ (acronimo di Cardiovascular Unique Offer ReEngineered), il polo dedicato alle patologie cardiovascolari che sta sorgendo all’interno del campus del Gemelli, ma che è già agita ogni giorno all’interno del nostro Dipartimento – annuncia il professor Massetti, Ordinario di Chirurgia cardiaca all’Università Cattolica del Sacro Cuore e Direttore del Dipartimento di Scienze Cardiovascolari del Policlinico Gemelli IRCCS – Quello del Centro Cuore sarà un modello ‘centripeto’, in opposizione alla frammentazione delle cure tipica delle iperspecializzazioni, che rischia di perdere di vista la centralità del paziente per concentrarsi sulla singola patologia".
Si tratterà, come specifica il docente, di un "modello sanitario innovativo, value-based, che mette al centro la persona in tutte le fasi del ricovero ospedaliero, avvalendosi di cure, tecnologie di ultima generazione e di expertise multi-disciplinari, anche in collaborazione con altre strutture d’eccellenza, come in questo caso".