A Roma nel pomeriggio di ieri è andato a fuoco un impianto di trattamento di rifiuti e sulla città si è sprigionata una nube tossica visibile anche a trenta chilometri di distanza. Il cielo si è coperto di fumo nero, e il fungo sopra il gigantesco rogo, si è poi trasformato in un lungo pennacchio che dalla capitale è arrivato sul litorale facendo scattare l'allarme anche a Fiumicino.
Un evento inquietante, che mette in ginocchio il già precario ciclo dei rifiuti della città e rischia di far rimanere tonnellate di rifiuti a marcire sotto il sole di questo giugno bollente. Rimangono ancora tutte da chiarire le cause dell'incendio ma, da quello che risulta al momento, si sarebbe sviluppato dalla vasca che contiene rifiuti plastici per poi produrre CSS, ovvero combustile da rifiuti.
Uno dei due Tmb della E. Giovi di Malagrotta, di proprietà di Manlio Cerroni il "Supremo", è fuori uso forse in maniera definitiva, devastato dalle fiamme che ancora bruciano – anche se i vigili rassicurano: la situazione è sotto controllo anche se per spegnere del tutto il rogo che cova sotto le ceneri ci vorranno giorni – e l'altro per ora non è certo agibile. Già questa mattina il Campidoglio, di concerto con la Regione Lazio, è a lavoro per trovare degli sbocchi possibili.
In molti si chiedono cosa è successo, e a dirlo dovrà essere la magistratura. È difficile dire se è più inquietante l'ipotesi del sabotaggio, del gesto doloso, o che l'incendio sia stato un incidente: colpa di impianti vecchi, che lavorano troppo e male, sempre al di sopra delle proprie possibilità.
Perché se sembra incredibile il disastro ambientale avvenuto ieri alla periferia Ovest di Roma, con scuole chiuse e cittadini preoccupati dalla diossina e dai fumi tossici, la cosa ancora più incredibile è che non è la prima volta che accade. Nel dicembre del 2018 un "incidente" analogo accadeva nel Tmb Salario. Stesso identico copione: il fungo di fumo e poi la nube tossica, i vigili del fuoco a lavoro per giorni, i dubbi sulle origini (gli inquirenti hanno chiuso il fascicolo parlando di un incidente). Identico anche il contesto: impianti vecchi e sovraccarichi, un ciclo dei rifiuti in ginocchio, i sacchetti in strada a marcire.
L'impressione fortissima è quella di un déjà vu. Veleni, immondizia, inquinamento, roghi tossici: ora basta.