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È evaso dalla comunità Dorian Petoku, il re dei narcos amico di Fabrizio “Diabolik” Piscitelli

Condannato a 12 anni di carcere e trasferito in una comunità nel Napoletano per problemi di tossicodipendenza, Dorian Petoku è evaso la scorsa settimana. Il re dei narcos faceva parte della banda di Fabrizio “Diabolik” Piscitelli.
A cura di Enrico Spaccini
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Dorian Petoku (foto da Facebook)
Dorian Petoku (foto da Facebook)

Dorian Petoku, il ‘re' dei narcos, è evaso dalla comunità di recupero di Nola (Napoli) dove era riuscito a farsi trasferire con un certificato medico. Broker della droga, il 34enne albanese era amico di Fabrizio "Diabolik" Piscitelli, morto in un agguato nel 2019, e aveva rapporti con Salvatore Casamonica, capobastone del clan che controlla Roma Est. Al centro dell'inchiesta ‘Grande Raccordo Criminale', era stato condannato a 12 anni di carcere per aver fatto parte della ‘batteria di ponte Milvio'.

Chi è Dorian Petoku, l'amico di Fabrizio ‘Diabolik' Piscitelli

Cresciuto a Lexhe, in Albania, Petoku inizia a fare esperienze nel mondo del traffico di armi, droga ed esseri umani prima di sbarcare a Roma, a ponte Milvio. Cugino del primo dei boss albanesi nella Capitale, Arben Zogu, acquista negli anni sempre più importanza nella malavita romana. La sua importanza viene immortalata in una foto scattata il 13 dicembre del 2017 al ristorante ‘L'Oliveto' di Grottaferrata.

Al tavolo ci sono quattro uomini. Uno è "il francese", un infiltrato, al suo fianco c'è Salvatore Casamonica e di fronte a lui il "Diabolik" Piscitelli, che verrà ucciso il 7 agosto del 2019 in un agguato al parco degli acquedotti. Con loro, appunto, Dorian Petoku. Stando a quanto ricostruito dalla indagini, l'argomento di conversazione principale era una tregua del conflitto esploso tra le famiglie Esposito e Spada.

Non solo, Piscitelli, Casamonica e Petoku stavano pianificando anche il trasporto di un'ingente quantità di droga dal Sudamerica. L'operazione, denominata ‘Brasile low cost‘, prevedeva l'arrivo in Italia di 7 tonnellate di cocaina nascosta nei borsoni di una squadra di calcio giovanile.

L'arresto, il trasferimento in comunità e l'evasione

Petoku viene arrestato in Albania in seguito all'inchiesta ‘Grande Raccordo Criminale'. Resta in patria due anni, il tempo necessario per farsi rilasciare un certificato medico che attesta la sua tossicodipendenza. Arrivato in Italia, viene visitato e nei suoi capelli vengono trovate tracce di droga. Mentre nessuno pare si sia posto la domanda di come se la sia procurata, visto che era in carcere, gli viene riscontrato lo stesso problema di tossicodipendenza.

Nonostante il parere contrario della Procura, gli viene concesso il trasferimento nella comunità di recupero di Morlupo, dalla quale viene spostato in quella di Nola. La scorsa settimana, però, Petoku è riuscito a evadere approfittando di una minore sicurezza e di vecchie amicizie ritrovate.

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