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“È colpa tua se verrò licenziata, spero ti venga la leucemia”: perseguita la collega, condannata

La donna si era convinta che la collega volesse farla licenziare. Ha così cominciato a contattare i suoi vicini di casa e a mandare fiori al marito, fino a minacciare la vittima di spararle con una P38.
A cura di Natascia Grbic
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Una donna è stata condannata a un anno e due mesi di reclusione per aver perseguitato una collega di lavoro. Mandava lettere ai suoi vicini di casa dicendo che la vittima rigava le macchine, mandava fiori a suo marito per convincerla che aveva una storia con lei. Quando ha visto che la donna non reagiva, e che preferiva ignorarla, ha cominciato prima a dirle che sperava di vederla morire di leucemia, e poi che le avrebbe sparato con una P38. A quel punto la vittima si è rivolta alle forze dell'ordine: la collega che la perseguitava è stata sospesa dal lavoro e condannata. Nel 2023 erano arrivate le scuse, ma questo non ha cambiato il passato e ciò che era accaduto.

Come riportato da Il Corriere della Sera, la donna accusata di stalking, una 52enne, aveva cominciato a prendersela con la collega perché convinta le stesse facendo perdere il lavoro. Una convinzione priva di senso: le due non si conoscevano bene, lavoravano per la stessa azienda ma non avevano mai avuto particolari contatti. La 52enne però, dopo un richiamo perché considerata troppo ‘energica' nei confronti dei colleghi, era convinta fosse tutto opera della vittima, che ha così cominciato a perseguitare.

"È colpa tua se verrò licenziata, spero ti venga la leucemia", le diceva. Mandava fiori a suo marito, contattava i vicini di casa. Quando ha visto che la vittima non reagiva, l'ha minacciata di morte. "Non ti copre nessuno a questo giro, la calibro 38 non è che un'imbrattatura nella vita, per me rimane tutto invariato e tu invece sei al Creatore". E poi: "Se mi licenziano non è colpa di nessun altro, se non tua. La paghi tu". A quel punto è partita la denuncia, con la 52enne che adesso è stata condannata in primo grado per stalking.

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