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Dove andranno i romani in vacanza: per 8 su 10 viaggi in Italia, il 36% quest’estate non partirà

Ecco dove andranno i vacanza i romani e quanto spenderanno: i risultati di un sondaggio della Cisl di Roma e Rieti, somministrato a un campione di oltre mille cittadini e cittadini della Capitale.
A cura di Enrico Tata
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(La Presse)
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Fra pochi giorni Roma si svuoterà, complice il consueto esodo estivo. Ma dove e come trascorreranno le vacanze i romani? Lo rivelano i risultati di un sondaggio della Cisl di Roma e Rieti, somministrato a un campione di oltre mille cittadini e cittadini della Capitale.

La maggior parte delle persone, il 63,7 per cento, andrà in vacanza (e, di conseguenza, il 37 per cento non partirà) e il 32,6 per cento ci è già stato. Le vacanze si svolgeranno soprattutto in Italia, per il 77,3 per cento, e dureranno circa una settimana, 40,7 per cento.

Per quanto riguarda le sistemazioni, hotel e case di proprietà sono le tipologie di alloggio preferite dai romani, mentre tra i trasporti l'automobile si conferma prima scelta, per il 68 per cento degli intervistati, seguita dall'aereo, 19,4 per cento. I cittadini della Capitale, inoltre, organizzano autonomamente i viaggi, quasi il 90 per cento, e solo il 10 per cento si rivolge alle agenzie di viaggio.

Tra chi ha deciso di non partire, 24,7 per cento, e chi ancora non sa se potrà farlo, 11,6 per cento, la colpa è da attribuire ai prezzi troppo alti, 45 per cento, motivi familiari o di salute, 27 per cento, motivi di lavoro o altro, 27,6 per cento.

Rispetto allo scorso anno, il 20,9 per cento dei romani spenderà mediamente più di 500 euro, il 23,6 per cento spenderà più di 300 euro e più di 100 euro il 12,5 per cento. Secondo gli intervistati, gli alloggi sono aumentati di più di 50 euro, per il 62 per cento, e nei trasporti, per il 58 per cento.

Secondo Enrico Coppotelli,  segretario Generale Cisl Lazio, "la fragilità generale del potere di acquisto di romani e romane che si riflette in quel 36,3 per cento del campione che non andrà in vacanza, e di cui il 73 per cento ha dichiarato un reddito annuo per il 2023 tra 0 e 30mila euro, sia costante campanello d'allarme sui cui intervenire con rinnovi contrattuali, politiche attive e contrattazione di secondo livello per innalzare anche la qualità della vita".

L'identikit, ha spiegato ancora Coppotelli, "riflette una situazione di crescita e miglioramento delle condizioni che fa ben sperare e che ci dimostra come nel lavoro il dialogo ed il confronto che la Cisl in maniera pervasiva intraprende nella Capitale con le controparti è sicuramente un fattore di sviluppo per la città ed il territorio romano. Occorrono però politiche di sviluppo e di crescita soprattutto per innalzare i salari, continua Coppotelli, ancora bloccati nella fascia fino a 30mila euro e purtroppo rappresentano il 30 per cento del nostro sondaggio".

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