Dopo le proteste Ater va al Quarticciolo: “Sanatoria ferma ma l’ente se la prende con gli inquilini”
Una decina di giorni fa abbiamo raccontato la crisi abitativa del Quarticciolo: case popolari a conti fatti inagibili — ma comunque abitate — e in attesa di interventi strutturali da più di 40 anni. Paradigmatico era il caso di Luana e Walter, genitori di due figli, costretti a vivere tra eternit, muffe tossiche e pioggia dentro casa. Ater, dopo aver disertato il primo incontro, ha poi incontrato i residenti. Sono stati fatti alcuni passi avanti. Andiamo con ordine.
L’incontro si è tenuto nella Casa di Quartiere, una palestra popolare non regolare della quale si attendeva lo sfratto. Ater si è impegnata a fermare lo sfratto riconoscendone l’utilità sociale. E questo è un primo punto. Poi ci sono gli edifici di via Manfredonia (dove era presente un cantiere, poi occupato dai residenti in seguito al mancato incontro con Ater) e di via Ostuni (dove vivono Luana e Walter). Data l’impossibilità di applicare il 110% (ragioni su cui torneremo più avanti) sono stati richiesti fondi straordinari per la ristrutturazione. Terzo punto: ripartiranno i lavori su via Ugento non prima di una necessaria verifica per le risorse da stanziare.
Perché però si è arrivati a così poco dopo così tanto tempo? In occasione dell’incontro, Ater ha fornito alcune giustificazioni. “Ater dice di avere un debito importante nei confronti del comune di Roma e ogni anno versa l’Imu come fosse un privato cittadino”, spiega Alessia Pontoriero del Comitato di Quartiere Quarticciolo a Fanpage.it . “L'ente deve rientrare di 21 milioni di euro di morosità solo dal Quarticciolo”.
Al debito monstre di Ater — pari a 532 milioni di euro e successivamente ridotto a 40 milioni a partire dal 31 dicembre 2022 (per una sforbiciata complessiva di 492 milioni) — si aggiungono i tagli al personale. “I tecnici ci hanno spiegato che ora sono in soli 300 dipendenti a gestire un patrimonio di 50mila case. Perciò secondo Ater i ritardi nell’applicazione delle decisioni e quelli amministrativi sono dovuti alla mancanza di personale e ai debiti. Sembra ci sia stato l’intento di lasciarle all’incuria le abitazioni, della serie: avete visto? non funziona? Questa è la sensazione che abbiamo e che viviamo ogni giorno quando ci piove in testa dentro casa. Bisogna reinvestire su questo ente”, ha proseguito Alessia.
I residenti chiedono da tempo l’applicazione del superbonus 110% per gli edifici meno agibili. Quei fondi saranno destinati ai lotti in via Locorotondo e su via Ostuni. “Perché applicarli lì se ci sono edifici che avrebbero necessità di interventi più urgenti e che non sono sistemati da quasi cento anni?”, si domanda Alessia. Perché? Non c’era abbastanza tempo. Gli immobili segnalati dal Comitato di Quartiere Quarticciolo sono i più vecchi, risalgono agli anni '30. In tutto questo tempo Ater è riuscito a vendere alcuni appartamenti creando un cocktail letale tra pubblico e privato. “Intervenire su quei lotti avrebbe significato l’istituzione di assemblee condominiali, mettendo d’accordo pubblico e privato quindi in tempi molti lunghi con il rischio di non poter applicare il 110%”.
L’incontro pubblico che si è svolto nella Casa di Quartiere è stata l’occasione per parlare anche del problema delle sanatorie. Durante la discussione ha preso la parola una signora, regolare dal 2006, che non riesce ad attaccare regolarmente l’acqua, perché Ater non le ha mai mandato un contratto. I problemi delle regolarizzazioni riguardano sia chi ha diritto a stare in una casa popolare sia chi sta aspettando la sanatoria dal 2020. “Che fine hanno fatto le sanatorie?”, si domanda Alessia, “il limite per dare risposta è un anno”. E qui il problema – sempre secondo quanto spiegato da Ater – è che sono pochi per sbrigare tutte le pratiche e quindi non riescono a effettuare tutti i controlli. Su 8500 domande di sanatoria ne sono state evase soltanto mille. In due anni.
“Come è possibile per un inquilino sostenere un'indennità di occupazione di 800 euro com'è successo ad Aza, trasferita a Valle Aurelia da via Ugento? O 1500 euro? Com'è successo a Jair all'ottavo lotto del Quarticciolo. Nessuno pagherà mai quei canoni. Ecco perché come Comitato abbiamo deciso di pagare, ma pagare il giusto quello che ci sembra proporzionato, alla grandezza del nucleo familiare, ai redditi e allo stato manutentivo della casa, che si tratti di occupanti o inquilini regolari”, si legge in un post Facebook pubblicato dal Comitato di Quartiere Quarticciolo.
Infine Luana e Walter. “Domani mattina vengono a vedere come sistemare il tetto”, racconta Luana al telefono. “Se non ritengono agibile l’appartamento ci trasferiscono. Sarebbe come toccare il cielo con un dito. Abbiamo la caldaia rotta. Da una settimana stiamo senza termosifoni. I bimbi si sono già ammalati. Dormono con due coperte sopra e sotto. Al mattino sentono freddo”. Mi passa Walter che sta lì con lei: “Ci piacerebbe stare più caldi, ora sembra una grotta non un appartamento. Ci sono appartamenti vuoti nel palazzo, le case ci sono. Basta che non mettono solo una toppa, perché quella la metti sui pantaloni. Altrimenti ripiove un’altra volta”.