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Dopo la violenza dei no vax i giornalisti manifestano a Roma: “Vogliamo lavorare in sicurezza”

Dopo l’ennesima aggressione ai danni di giornalisti a opera di manifestanti no vax e no green pass, l’associazione GVpress ha convocato un presidio di solidarietà agli operatori dei media aggrediti mentre svolgevano il proprio lavoro. Presenti in piazza a Roma anche la sindaca Virginia Raggi e il presidente del M5s Giuseppe Conte.
A cura di Natascia Grbic
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Si è tenuta oggi, in piazza del Pantheon a Roma, la manifestazione di solidarietà verso i giornalisti che negli ultimi mesi sono stati aggrediti alle proteste no vax e no green pass. Il presidio, convocato da GVpress, ha visto la presenza di numerosi videoreporter, giornalisti, politici, ma anche semplici cittadini passati per portare la propria solidarietà agli operatori dei media insultati e picchiati mentre stavano svolgendo il proprio lavoro. "Oggi noi siamo qui solo per un motivo, vogliamo chiedere alle istituzioni, alla società civile, ai cittadini, di trovare un modo che ci permetta di svolgere in sicurezza il nostro lavoro", ha dichiarato Cristina Pantaleoni, presidente di GVpress, in apertura della manifestazione. In collegamento anche Francesco Giovannetti, videoreporter de la Repubblica preso a pugni ieri mentre stava intervistando alcune persone durante la manifestazione no green pass davanti al Miur. "Se ieri mattina mi avessero chiesto se i giornalisti rischiano di più negli ultimi tempi, forse avrei risposto di no – ha spiegato Giovannetti – Mi sbagliavo, ieri ho toccato con mano che il clima è cambiato". Quello di ieri non è stato un episodio isolato. Prima di Giovannetti sono stati aggrediti alle manifestazioni no vax anche Antonella Alba, giornalista di Rainews24, e Saverio Tommasi, giornalista di Fanpage.it.

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Presenti alla manifestazione anche numerosi esponenti della politica, tra cui la sindaca di Roma Virginia Raggi e il presidente del M5s Giuseppe Conte. Hanno portato la loro solidarietà ai reporter aggrediti il sottosegretario all’Editoria Giuseppe Moles e quello agli Interni Ivan Scalfarotto, la sindaca di Roma Virginia Raggi, i candidati al Campidoglio Roberto Gualtieri e Carlo Calenda, ii vicesegretario del Pd Provenzano, i deputati dem Filippo Sensi, Andrea Romano, Marco Miccoli, e i parlamentari 5 S Stelle Gianluca Ferrara, Patty L'Abbate, Giulia Lupo e Francesco Silvestri. Presenti anche Stefano Fassina e Riccardo Magi, oltre al presidente e al segretario della Fnsi Giuseppe Giulietti e al segretario Raffaele Lorusso, il presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti Carlo Verna, Stampa Romana e l'Asp.

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"Non è la prima volta che giornalisti vengono aggrediti e malmenati nella nostra città – spiega la sindaca Raggi – È accaduto anche a esponenti politici. C'è un livello inaccettabile di violenza". "La funzione che voi ricoprite è vitale per il nostro Paese – ha dichiarato Ivan Scalfarotto – Credo che i giornalisti abbiano nello zaino qualcosa che spaventa moltissimo queste persone, e sono i fatti. In un mondo in cui si fanno strada dei fatti alternativi, il vostro ruolo per queste persone è molto pericoloso. Tutti devono avere la libertà di manifestare le proprie opinioni, ma nessuno può permettersi di minacciare come è successo a voi ma anche agli scienziati. L’impegno del ministero è al massimo livello, le nostre forze di polizia saranno presenti per impedire qualsiasi reato, nella giornata di domani non sarà tollerato nessun blocco dei trasporti, così come nessuna violenza. Saremo attentissimi a che questo clima non avveleni il Paese". "La condanna deve essere dura, ferma e forte ma non ci si può limitare alla condanna – le parole di Moles – Il problema è che magari domani ci si dimentica di tutte le parole che sono state spese. Non è un caso che siano i giornalisti a essere colpiti, è il modo più semplice per non farsi raccontare e non farsi scoprire. Serve il sostegno di tutte le forze politiche, del governo, ma serve una reale tutela per il lavoro di tutti i giornalisti. Quando si tratta di scalmanati e criminali che odiano e terrorizzano, il governo deve fare che queste persone siano perseguite".

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