Dopo il triplice omicidio di Prati, procura riesamina cold case di Laura Zambani, massacrata nel 2009
Il cadavere in una pozza di sangue accanto al letto, con la testa fracassata e "imbustata" rannicchiato sotto al letto. Completamente vestita, la vittima aveva ferite sulle braccia e in altre parti del corpo. Questi particolari fecero pensare, agli investigatori della sezione omicidi della squadra mobile che la cinquantacinquenne Laura Zambani si era difesa con tutte le forze dalla furia del suo assassino.
Stesse modalità di adescamento, identico "attacco a sorpresa" ma anziché utilizzare un coltello, il killer utilizzò un corpo contundente mai ritrovato. La donna si prostituiva all'insaputa della figlia e dei familiari, in un elegante "pied-a-terr" in via Squillace 21/a allo Statuario, un quartiere storico a Ridosso della via Appia Nuova, poco distante da via delle Capannelle. A richiedere l'intervento della polizia fu un amico della Zambani preoccupato che da ore riusciva più a mettersi in contatto con lei.
Gli annunci che faceva pubblicare la donna, preceduti da diverse A, pubblicizzavano la sua attività che, indicando direttamente la via dove recarsi e dove citofonare, apparivano su diversi quotidiani. Come nel caso delle vittime cinesi di via Riboty e della sessantacinquenne Martha Castano Torres, l'assassino entrò in casa facendosi aprire la porta e spacciandosi con uno dei tanti clienti. Soltanto pochi chilometri di distanza separavano la casa d'appuntamenti e il Tuscolano, zona in cui Giandavide De Pau svolgeva mansioni di factotum per il boss Michele Senese. Nelle prossime ore gli inquirenti della procura di Roma, "riesumeranno" il fascicolo dell'omicidio che venne archiviato senza colpevoli e che alla luce degli elementi attuali potrebbe essere riaperto.