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Martina Scialdone, uccisa dall'ex a Roma

Dopo aver ucciso Martina Scialdone, Bonaiuti è tornato a casa dalla moglie: “Mi è partito un colpo”

“È uscito attorno alle nove e mezzo, mi ha detto che era andato a incontrare un’amica di famiglia”. Così la moglie ai poliziotti dopo che avevano portato via da casa in manette Costantino Bonaiuti, che pochi minuti prima aveva premuto il grilletto uccidendo Martina Scialdone, convinta a troncare la loro relazione.
A cura di Redazione Roma
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Dopo aver ucciso Martina Scialdone, fuori il locale Brado di via Amelia dove aveva appuntamento con lei, Costantino Bonaiuti è salito di nuovo a bordo della sua Mercedes nera ed è tornato nella sua abitazione nel quartiere Fidene, borgata a Nord-Est della capitale. È una mezz'oretta di percorso senza traffico secondo Google Maps. Mentre è in viaggio chiama la moglie, a cui ha detto che si trovava con un'amica di famiglia, e le dice "mi è partito un colpo di pistola". Sono circa le 23.45 Arriva a casa quando è mezzanotte. Poco dopo arrivano anche le forze dell'ordine e lo traducono in caserma mentre perquisiscono l'abitazione sequestrando tutte le armi di cui era in possesso. La donna racconta che Costantino era uscito alle 21.30, per un non meglio precisato appuntamento con una persona di loro conoscenza. Evidentemente invece andava da Martina.

Non sono chiari i rapporti di Bonaiuti, sessantuno anni, con la coniuge. Se la donna sapesse della sua relazione con l'avvocata di 25 anni più giovane, da quel che emerge sarebbero stati da tempo separati in casa. Quel che è certo è che sostanzialmente irrilevante ai fini di stabilire cosa sia accaduto e la responsabilità dell'omicidio. Quel che sappiamo, come emerge con chiarezza dalle carte, è che Martina aveva paura. Aveva allertato un'amica, i titolari del ristorante chiamano il 112 quando subito dopo il loro arrivo la discussione degenera, il fratello della 35enne arriva poco prima dello sparo preoccupato di quanto potrebbe accadere.

Donne in piazza contro i femminicidi

Ieri sera una manifestazione di alcune centinaia di donne (ma anche uomini) si è svolta sul luogo dell'omicidio per manifestare contro i femminicidi, ma anche per provare a trovare sollievo al dolore e risposte: cosa è andato storto? Perché nonostante Martina avesse una rete di affetti e tutela intorno alla fine grilletto? Quel che sembra certo è che quell'uomo, violento e con problemi psicologici, non doveva essere armato. In piazza sono i centri antiviolenza, i rappresentanti delle istituzioni locali dal municipio al comune, le femministe che scandiscono: "Insieme siam partite, insieme torneremo, non una non una, non una di meno" .

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