Donna trovata morta in casa, il marito si difende: “Non sono un mostro, si è suicidata”
“Non sono un mostro, non ho ucciso mia moglie. Sì è tolta la vita e mi ha lasciato qui da solo”. Gaetano Notargiacomo lo ha ripetuto più volte agli inquirenti che, dopo ore di interrogatorio, lo hanno lasciato andare. Il cadavere della moglie Inirida Roa Sierra, venezuelana di 45 anni, è stato trovato ieri mattina nella camera da letto del loro appartamento in via Fratelli Cervi a Civitavecchia. I sospetti si concentrano subito sul marito, già noto alle forze dell’ordine. Le prime notizie arrivate ai giornali parlano di un femminicidio: l’uomo avrebbe strangolato la moglie e avrebbe poi chiamato i soccorsi, tentando di inscenare un suicidio. Ad accreditare questa tesi ci sono una serie di tagli sul corpo del marito. “Non sono segni di lotta – si è difeso Gaetano – questi tagli me li sono fatti dopo aver rotto la finestra della camera da letto per soccorrere mia moglie”. In effetti la finestra della camera da letto è stata distrutta con un martello. Secondo la versione del marito, la moglie si sarebbe tolta la vita infilandosi un sacchetto di plastica in testa. La mattina di giovedì, non ricevendo risposta dalla moglie chiusa a chiave in camera, è entrato passando dalla finestra. Li ha trovato il corpo di Inirida, avrebbe tentato di farle una respirazione bocca a bocca ma ormai non c’era più nulla da fare.
L’accusa
Un’amica della donna, sentita dagli inquirenti, avrebbe raccontato che Inirida aveva paura del marito e da tempo dormiva con un coltello sotto al cuscino. Nel 2020 i due avevano avuto un’accesa discussione, terminata con un’aggressione da parte di Notargiacomo. Il bilancio: un occhio nero e qualche giorno di prognosi. Proprio in quell’occasione la vittima avrebbe consegnato una pennetta usb all’amica: “Se mi succede qualcosa le risposte sono tutte qui”.
I precedenti
Dieci anni fa il rapporto tra i due coniugi si è spezzato. Lei ha accusato il marito di molestie nei confronti della figlia. Il procedimento nei confronti di Notargiacomo si è concluso con un nulla di fatto, la moglie ha poi ritrattato la sua dichiarazione ed è stata sottoposta ad un trattamento sanitario obbligatorio che ha poi riscontrato una sindrome bipolare. Ma l’iter degli assistenti sociali era ormai avviato in maniera irreversibile. Ancora oggi infatti i loro due figli si trovano in una casa famiglia e possono andare a trovarli solo una volta a settimana. Inirida all’inizio vive in casa famiglia con loro poi torna a vivere con il marito e provano insieme a riconquistare la custodia dei figli. In questa battaglia legale, interrotta poi da Inirida che decide di tirarsi indietro, conoscono l’avvocato Anna Maria Guerri che oggi difende Gaetano Notargiacomo dall’accusa di omicidio. “Gaetano è sconvolto da quello che è successo, giura di non aver fatto del male alla moglie – dichiara il legale ai nostri microfoni – ora la sua preoccupazione è rivolta ai figli, ha paura di non rivederli più dopo quello che è successo”. Ma cosa è successo davvero ad Inirida? Bisognerà aspettare gli esiti dell’autopsia e dell’esame tossicologico per avere una risposta certa. Per sapere se Inirida si sia tolta la vita o sia stata uccisa.