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Domani a Roma la manifestazione per la Palestina: città blindata, ecco cosa succede

Domani a Roma si terrà la manifestazione per la Palestina. La Questura ha vietato il corteo e il Tar del Lazio ne ha confermato la decisione. Ma gli organizzatori hanno dichiarato che scenderanno comunque in piazza.
A cura di Natascia Grbic
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È prevista per domani la manifestazione lanciata dai Giovani Palestinesi e dall'Unione democratica arabo-palestinese (Udap). L'appuntamento, previsto per le 14 a piazzale Ostiense, davanti la metro Piramide, è stato confermato dalle sigle che hanno lanciato la giornata in sostegno del popolo palestinese. Questo nonostante vi sia un divieto della Questura, confermato anche dal Tribunale amministrativo del Lazio – cui l'Udap aveva fatto ricorso. Cosa accadrà domani, al momento non è chiaro: a Roma, nonostante il divieto della Questura, sono in arrivo persone da tutta Italia. Non solo palestinesi ovviamente, ma anche tanti pacifisti che ormai da un anno protestano contro il genocidio in corso a Gaza e che hanno deciso di mostrare così la loro solidarietà. Il neo questore di Roma Roberto Massucci ha dichiarato che "esiste un divieto e va fatto rispettare", sottolineando però che era in corso allo stesso tempo un'interlocuzione con gli organizzatori della manifestazione.

L'annuncio del corteo e il divieto della Questura

Il corteo è stato comunicato dalle associazioni pro Palestina alla Questura di Roma il 3 settembre scorso. Tantissime le adesioni alla manifestazione nazionale, con 30mila persone attese nella capitale. La scorsa settimana però, la Questura di Roma, su indicazione del ministero dell'Interno, ha deciso di vietare il corteo. La motivazione data, è la vicinanza alla data del 7 ottobre, anniversario dell'attacco di Hamas a Israele che ha causato un migliaio di morti, di cui la maggior parte civili. Nelle motivazioni del divieto, infatti, vi è scritto che "le espressioni utilizzate per pubblicizzare le iniziative per sostenere la causa palestinese il 5 ottobre hanno una motivazione non compatibile con il diritto di manifestare pacificamente, garantito dall’ordinamento giuridico vigente”. Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha poi specificato "noi non vietiamo quasi mai le manifestazioni", ma in questo caso, "con preavvisi che in maniera più o meno allusiva tendevano a celebrare la data del 7 ottobre come l'esaltazione di un eccidio, francamente non era possibile lasciar fare".  In realtà nel comunicato di convocazione della piazza lanciato dalle diverse sigle non c'è nessun riferimento al 7 ottobre. Solo in un post dei Giovani Palestinesi, slegato dal lancio ufficiale del corteo, vi è scritto che "il 7 ottobre 2023 è la data di una rivoluzione".

Il ricorso dell'Udap al Tar del Lazio

Contro il divieto della Questura, l'Unione democratica arabo-palestinese ha deciso di ricorrere al Tar del Lazio. "Riteniamo che quella della questura di Roma sia una decisione politica che nulla ha a che vedere con l’ordine pubblico ed essendo stata una decisione unilaterale e arbitraria abbiamo deciso di non sottostare a questo diktat e mantenere l’indicazione per il 5 ottobre, avviando l’iter per un ricorso al Tar», aveva dichiarato detto Khaled El Qaisi, rappresentante dell’Udap. Il Tar del Lazio però, ha confermato il divieto, facendo sue le motivazioni addotte dalla Questura.

Due cortei: il 5 e il 12 ottobre

Comunità palestinese, studenti palestinesi e l'associazione palestinesi hanno deciso di ritirare l'adesione alla manifestazione del 5 ottobre, annunciando un nuovo corteo per il 12 ottobre. "Noi come Comunità Palestinese di Roma e Lazio non scenderemo in piazza il 5. Dopo il diniego della Questura abbiamo deciso che faremo la manifestazione il 12 ottobre, a Piramide, per chiedere: il cessate del fuoco, lo stop al genocidio e ai bombardamenti israeliani al Libano, la Palestina libera", ha dichiarato all'Ansa Yousef Salman, presidente della Comunità Palestinese di Roma e del Lazio. L'appuntamento per il 5 però rimane. Sono stati annunciati controlli a piazzale Ostiense e dai caselli autostradali, in modo da regolare il flusso di persone che comunque arriveranno domani in piazza.

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