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Disobbedisce alla precettazione di Salvini e sciopera: autista Atac si incatena a palazzo Chigi

Per la quarta volta nel trimestre, Matteo Salvini ha precettato uno sciopero. Michele Frullo, lavoratore Atac e sindacalista Usb, ha deciso di disobbedire nonostante la multa da 500 a mille euro.
A cura di Natascia Grbic
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"È stata una scelta sofferta perché ovviamente parliamo di una decurtazione di stipendio molto alta. Le condizioni di lavoro sono però disastrose, e il diritto di sciopero sempre più limitato. Per questo, nonostante le parole di Salvini, oggi mi adeguerò alle fasce orarie diramate da Usb e anziché alle 13 mi presenterò alle 17, ossia quando finisce lo sciopero". Michele Frullo è uno dei lavoratori Atac che oggi ha deciso di scioperare nonostante la precettazione del ministro dei Trasporti Matteo Salvini. Inizialmente lo sciopero doveva essere di 24 ore, ridotto poi dalle 9 alle 13 con un provvedimento straordinario del ministro. Si tratta della seconda volta in meno di un mese (la quarta da inizio trimestre) che il leader della Lega decide di mettere lo stop a uno sciopero indetto ai lavoratori. Chi decide di scioperare avrà quindi una decurtazione in busta paga che andrà dai 500 a mille euro.

"Chiediamo a Meloni di intervenire su un ministro che impedisce ai lavoratori di esprimere il proprio dissenso – spiega Frullo, che oltre a essere lavoratore Atac è anche referente di Usb per il settore dei trasporti – Si sta ledendo la democrazia in modo palese, con motivi che non hanno né capo né coda. Salvini dice che ci precetta perché ci avviciniamo a Natale, ma Natale c'è tutti gli anni, senza contare che la Commissione Garanzia aveva ritenuto regolare il nostro sciopero. ".

La protesta del 15 dicembre è stata indetta dalle organizzazioni sindacali Usb Lavoro privato, Orsa, Sub, Cub, Cobas, Adl, Sgb. Perno dello sciopero, le condizioni di lavoro, che "sono peggiorate in modo spaventoso. Nel settore c'è esodo di autisti, ne mancano 20mila a livello nazionale. I giovani non vogliono più fare un mestiere che non è appetibile, con molti rischi che non sono compensati da stipendi con un livello davvero basso". Tutto questo ricade sulle spalle dei lavoratori, che soffrono per primi la mancanza di personale, con un servizio che di conseguenza è sempre più carente. "Di questo ne facciamo le spese noi autisti – continua Frullo – e l'utenza".

Un altro nodo è quello della sicurezza: le pagine di cronaca sono piene di autisti aggrediti durante il loro servizio, a volte vittime di pestaggi anche gravi che ne minano l'incolumità fisica. "Vogliamo una maggiore sicurezza e vigilanza, non solo per gli autisti, ma anche per gli utenti. Invece qui si risponde solo con le privatizazioni, si continuano a fare appalti e subappalti. È fondamentale tornare al servizio pubblico. In Italia siamo arrivati a una condizione per cui chi lavora e guadagna 1200 euro è povero e non arriva a fine mese: questa è la cosa più critica, e invece abbiamo un ministro che si schiera dalla parte dei ricchi e dei forti, e non da quella dei poveri".

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