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Opinioni

Dieci cose che Roma e i romani si meritano per il 2022

Dieci speranze per una città più equa e più bella, e un buono proposito che riguarda noi.
A cura di Valerio Renzi
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L'ultima pagina del calendario porta con sé con naturalezza i bilanci sull'anno appena trascorso e i buoni propositi per quello che viene. Il 2021 per Roma (e i romani) è stato un anno di transizione, segnato ovviamente dalle elezioni e dall'avvicendamento al Campidoglio, la fine dell'amministrazione di Virginia Raggi e l'inizio di quella di Roberto Gualtieri. Di certo non è stato l'anno della rinascita dopo ormai più di un decennio di crisi. E allora a Roma e ai romani auguriamo per il 2022 dieci cose belle:

Uno. Per prima cosa speriamo che nessuno nelle prossime settimane soffra il freddo in mezzo alla strada, o peggio perda la vita per non avere un casa. Il freddo non è un'emergenza, arriva ogni anno, per questo speriamo che il prossimo inverno non colga impreparato nessuno. Sarebbe un ottimo inizio per una città che davvero si sa prendere cura dei suoi cittadini più fragili.

Due. Di saper vedere la bellezza che già c'è in questa città. Di smetterla con la pornografia del "degrado" urbano e di tornare a stupirci di ogni angolo e di ogni scorcio. Ma soprattutto delle bellezza di chi Roma la abita, dei racconti e delle speranze delle facce che abbiamo attorno.

Tre. Una città dove i bambini e le bambine contino di più è la terza cosa che vorremmo da questo 2022. Oltre la retorica sulla promessa di futuro rappresentato dalle nuove generazioni, ci accontenteremmo di una città che non fosse ostile ai più piccoli, senza luoghi pensati per essere abitati da loro.

Quattro. Che si possa davvero cominciare a progettare la Roma del futuro. Oltre gli interventi spot, oltre l'ordinaria amministrazione, oltre gli slogan sulla smart city e il greenFare un disegno della città di domani per vederla finalmente realizzata, un progetto non per i prossimi tre mesi ma per i prossimi trent'anni che tenga conto dei cambiamenti climatici e dei loro effetti, delle tendenze di lungo periodo e dei bisogni dei cittadini.

Cinque. Di passare meno ore in macchina e mezzi pubblici efficienti. Roma è una delle città più congestionate al mondo, l'auto privata è l'unico vero modello di mobilità esistente. E siamo stanchi di perdere ore intrappolati e soli in auto e di avvelenarci con lo smog.

Sei. La sesta cosa che auguriamo a chi vive in questa città ma anche per chi ci passa è di chiudere il ciclo dei rifiuti, che vuol dire non camminare più in mezzo all'immondizia. Di uscire finalmente dall'emergenza (come nel caso del freddo e sei senza casa) e di progettare un futuro sostenibile (come da punto quattro).

Sette. Un palco in ogni quartiere dove suonare, cantare, recitare. Perché la cultura non sono solo i grandi eventi o le istituzioni della città, è la creatività, è la lingua, è quello che accade nelle periferie e che fatica a rendersi visibile, a farsi ascoltare, a emergere.

Otto. Che i beni confiscati alle mafie finalmente vengano restituiti alla collettività.

Nove. Penultima una speranza e un appello: che torni l'Estate Romana e il suo meravoglioso urbano. Un'Estate Romana come la cantava Lucio Dalla:

Si muove la città
Con le piazze e i giardini e la gente nei bar
Galleggia e se ne va
Anche senza corrente camminerà
Ma questa sera vola
Le sue vele sulle case sono mille lenzuola

Dieci. In ultimo un buono proposito che riguarda noi: un'informazione migliore, che sappia rendere conto dei problemi e delle soluzioni, che aiuti a farsi un'opinione e a conoscere, che sia in grado di raccontare e scoprire.

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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