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Covid 19

Diceva “i tamponi fanno ammalare”: i giudici confermano la sospensione di Mariano Amici

La sospensione senza stipendio del medico no-vax Mariano Amici è legittima. Il Tar del Lazio oggi ha confermato il provvedimento preso a settembre scorso dalla Asl Roma 6 e annunciato da D’Amato nei confronti del dottore, che è stato temporaneamente allontanato dal posto di lavoro e dai pazienti.
A cura di Alessia Rabbai
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Il Tar del Lazio ha confermato la sospensione di Mariano Amici, il medico no-vax nei confronti del quale la Asl Roma 6 ha preso la decisione di allontanarlo temporaneamente dal luogo di lavoro e dai suoi pazienti. A renderlo noto nel pomeriggio la Direzione della Asl, in comunicato diffuso oggi dalla Regione Lazio. I giudici amministrativi hanno infatti "ritenuto legittima la sospensione dall'attività di medico e senza stipendio". Inoltre hanno evidenziato che Amici "‘non produce’ la documentazione sulla propria condizione clinica e ‘neppure comprova’ la possibile sussistenza di una causa di esonero vaccinale”. A seguito della conferma arrivata da parte del Tar il medico no-vax continuerà ad essere sospeso senza percepire stipendio.

"I tamponi fanno ammalare"

Mariano Amici è un medico di Medicina Generale di Ardea, diventato noto sui social network e ospitato a trasmissioni televisive, per le sue posizioni rispetto alla pandemia e contrarie ai vaccini contro il Covid-19. Fin dall'inizio dell'emergenza sanitaria ha parlato di ‘terrorismo sanitario', dichiarando che i tamponi ‘fanno ammalare'. Ad annunciarne la sospensione il 20 settembre scorso è stato l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato "poiché, nonostante i ripetuti solleciti, non ha voluto sottoporsi alla vaccinazione, contravvenendo all’articolo 4 del DL 44/2021″.

L'inattendibile esperimento sui tamponi ai kiwi

Negli scorsi mesi Amici aveva fatto tamponi ai kiwi, risultati positivi. Un fantomatico esperimento per dimostrare la fallacità dei test, totalmente intattendibile e privo di validità scientifica, in quanto i tamponi per la ricerca del coronavirus sono stati creati per essere effettuati sugli esseri umani, non sulla frutta e che l'infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano Massimo Galli ha definito "una sciocchezza che non deve essere nemmeno presa in considerazione".

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