Di Rosa (Asl Roma 1): “Niente quarantena per i vaccinati? Giusto, altrimenti si ferma l’Italia”
I casi di Covid-19 sono ancora in crescita e di conseguenza anche i numeri del tracciamento sono in continua espansione. In questo scenario trovare i contatti dei positivi sta diventando un'impresa sempre più ardua per le Asl di appartenenza. A Roma, come nel resto d'Italia, si sono create lunghe code ai drive in per riuscire a ottenere un tampone. Come arginare questa onda? Nei prossimi giorni potrebbe aumentare l'offerta di strutture pubbliche messe a disposizione dalla Regione Lazio, con la riapertura ad esempio di drive in che erano stati chiusi nei mesi scorsi. "Dobbiamo potenziare la capacità di risposta per venire incontro alle esigenze della popolazione" spiega ai nostri microfoni il direttore del Servizio Igiene e Sanità pubblica della Asl Roma 1 Enrico Di Rosa.
L'affidabilità dei tamponi rapidi
Oggi non basta avere l'esito positivo di un tampone rapido per avere la certezza di aver contratto il Covid-19 ma è necessario avere anche la conferma di un test molecolare. Secondo Di Rosa, per snellire la macchina del tracciamento, bisognerebbe farsi bastare l'esito positivo di un antigenico. "Quando il virus circola così tanto come in questo momento l'attendibilità di un tampone rapido positivo è molto alta e non dovrebbe essere più necessario avere una seconda conferma. Se invece il risultato è negativo ma il paziente ha sintomi tipici del covid, in questo caso è corretto sottoporsi anche ad un tampone molecolare".
Niente quarantena per i vaccinati
L'ultimo decreto del Consiglio dei Ministri prevede che la quarantena precauzionale non si applica a coloro che hanno avuto contatti stretti con soggetti confermati positivi al Covid-19 nei quattro mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario o dalla guarigione, nonché dopo la somministrazione della dose booster. Per dieci giorni dopo l'ultima esposizione al positivo, "ai suddetti soggetti è fatto obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 e di effettuare – solo qualora sintomatici – un test antigenico rapido o molecolare al quinto giorno successivo all’ultima esposizione al caso". Una misura giusta secondo il dottor Di Rosa per evitare di paralizzare il Paese. "Andiamo verso i 100mila casi al giorno. Ogni positivo ha tra i 5 e i 10 contatti stretti, facendo un rapido calcolo ci troveremo ad avere un milione di italiani in quarantena".