Di nuovo a processo Andrea Piazzolla, factotum di Gina Lollobrigida: si sarebbe appropriato della Jaguar
Si aggrava ulteriormente la posizione di Andrea Piazzolla, tuttofare della diva Gina Lollobrigida: l’uomo, già a processo per circonvenzione di incapace, è stato rinviato a giudizio per essersi appropriato della Jaguar dell’attrice.
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, per l’accusa Piazzolla si sarebbe appropriato illecitamente del ricavato della vendita dell’auto di lusso di proprietà della "Bersagliera". Secondo quanto ricostruito dalla pm Laura Condemi, i fatti risalirebbero al 2019.
Piazzolla, già passato da “semplice” assistente a amministratore della società che gestiva il patrimonio milionario di Lollobrigida, avrebbe messo in vendita la costosa macchina dell’attrice ricavandone 130mila euro.
La cospicua somma sarebbe poi stata versata sul conto corrente della banca del Principato di Monaco (dove Lollobrigida aveva la residenza), sul quale lo stesso Piazzola era autorizzato a operare. All’uomo viene contestato anche il reato di autoriciclaggio di parte della somma, “in modo da ostacolare concretamente l’identificazione della loro provenienza delittuosa”.
Il primo filone processuale: l’accusa di circonvenzione di incapace
Piazzolla si trova già a processo con l’accusa di circonvenzione di incapace. A dare il via al procedimento giudiziario è stata la denuncia di Milko Skofic, figlio di Gina Lollobrigida, che ha accusato il 35enne assistente tuttofare di aver sottratto alla madre, nel corso degli anni tra il 2015 e il 2018, una somma che si avvicina ai tre milioni di euro, tra beni, immobili e denaro. Ai quali ora si aggiunge, secondo le accuse, anche il ricavato della vendita della Jaguar.
Il figlio di Lollobrigida aveva deciso di presentare querela in quanto preoccupato dalla presunta influenza negativa che Piazzolla avrebbe al tempo esercitato sulla madre, scomparsa il 16 gennaio 2023 all’età di 95 anni. “Dopo averlo conosciuto, mia madre è cambiata. Si è approfittato di una sua debolezza: ho deciso di denunciare perché mia madre è diventata fuori controllo”, aveva dichiarato Skofic.
"Non sono stato io ad impedirle di vedere il figlio, era lei che non voleva”, si è sempre difeso Piazzolla, che negli anni ha continuato a respingere le accuse. Questo primo procedimento si avvicina ormai al termine: la sentenza è attesa per il 18 settembre.