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Delitto di Arce, omicidio di Serena Mollicone

“Devi fare la stessa fine di Serena”: l’avvocato di Anna Maria Mottola minacciato di morte

L’avvocato di Anna Maria Mottola Mauro Marsella denuncerà alcune persone per minacce di morte attraverso Facebook dopo la sentenza di assoluzione degli imputati nel processo di Serena Mollicone.
A cura di Redazione Roma
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Mauro Marsella, legale di Anna Maria Mottola
Mauro Marsella, legale di Anna Maria Mottola
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"Denuncerò alcune persone per le minacce di morte che ho ricevuto" sono le parole dell'avvocato di Anna Maria Mottola Mauro Marsella, che dopo la sentenza di primo grado dell'omicidio di Serena Mollicone che ha assolto tutti gli imputati, tra i quali la sua asssistita, ha raccontato di essere stato pesantemente insultato e minacciato attraverso Facebook. "Le frasi che ho ricevuto e che sono state scritte nei miei confronti sono gravissime e non intendo ripeterle, mi hanno augurato di fare la stessa fine di Serena". Serena Mollicone è scomparsa il primo giugno del 2001 ed è stata ritrovata morta due giorni dopo in un bosco.

Il legale ha smentito la notizia che si era in un primo momento diffusa rispetto ad un suo trasferimento: "Non è vero che cambio città, sto solo pensando a sporgere denuncia alle persone dalle quali ho ricevuto minacce di morte, con nomi e cognomi, che farò alla Procura della Repubblica di Cassino". E ha concluso: "In parte mi aspettavo che sarebbe successo, perché il caso è eclatante e l'opinione pubblica non ha accettato la sentenza assololutoria. L'impianto accusatorio nel corso delle 55 udienze si è a poco a poco sgretolato, la pubblica accusa non ha mai ottenuto un risultato favorevole, ma tutto ciò non è stato raccontato con obiettività".

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L'avvocato Marsella difende Anna Maria Mottola

Marsella nell'ambito del processo per l'omicidio di Serena Mollicone difende Anna Maria, moglie dell'ex comandante dei carabinieri della caserma di Arce Franco Mottola e madre di Marco. Tutti e tre sono imputati con l'accusa di omicidio e occultamento di cadavere e sono stati assolti in primo grado dalla Corte d'Appello del Trubunale di Cassino per insufficienza di prove.

Nei loro confronti la Procura aveva chiesto una condanna a 30, 24 e 21 anni di carcere. Una sentenza quella della di primo grado arrivata la scorsa settimana, che ha visto l'assoluzione di tutti gli imputati a processo: oltre ai tre componenti della famiglia Mottola, anche il maresciallo Vincenzo Quatrale, accusato d'istigazione al suicidio nei confronti del brigadiere Santino Tuzi e il carabiniere Francesco Suprano, accusato di favoreggiamento.

Di Alessia Rabbai e Simona Berterame

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