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Detenuto spara ai compagni di cella nel carcere di Frosinone: la pistola forse arrivata con un drone

Sarebbe arrivata con un drone la pistola usata ieri dal detenuto per sparate ai tre compagni di cella nel carcere di Frosinone. Alla base dell’aggressione, forse un regolamento di conti. Un episodio gravissimo, tanto che la ministra Cartabia ha deciso di mandare gli ispettori nell’istituto penitenziario.
A cura di Natascia Grbic
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La pistola usata ieri dal detenuto per sparare ai tre compagni di cella sarebbe arrivata nel carcere di Frosinone con un drone. Come abbia fatto a non essere notata e a superare i livelli di sicurezza che un istituto penitenziario dovrebbe avere, al momento ancora non è chiaro. Un fatto, quello di ieri, che non accadeva dagli anni '70. Un episodio gravissimo secondo quanto denunciato dai sindacati, che mette a repentaglio la sicurezza e l'incolumità sia dei detenuti sia del personale che opera all'interno del carcere. Solo per un caso fortuito ieri non c'è stata la strage. Oggi Bernardo Petralia, capo del Dipartimento amministrativo penitenziaria, andrà al carcere di Frosinone insieme al provveditore del Lazio Carmelo Cantone per una riunione straordinario con i direttori generali del personale Massimo Parisi e dei detenuti Gianfranco De Gesu. Obiettivo, fare luce sulla vicenda e capire come sia stata possibile una cosa del genere all'interno di un carcere.

Le minacce all'agente, poi gli spari

L'aggressione è avvenuta nel pomeriggio di domenica 19 settembre nel reparto As, dove sono reclusi i detenuti accusati di far parte di associazioni mafiosi. A sparare, un uomo di trent'anni di cui non è stata ancora resa nota l'identità. Secondo le prime informazioni emerse sulla vicenda, prima avrebbe minacciato con l'arma un agente di polizia penitenziaria, poi l'avrebbe rivolta verso i compagni di cella, ferendoli. Dopo aver sparato, ha consegnato l'arma al personale intervenuto immediatamente sul posto. I detenuti feriti sono stati soccorsi dal personale del 118, le loro condizioni non sarebbero gravi. Indagini sono in corso sia per verificare (soprattutto) come sia stato possibile che l'uomo avesse una pistola, sia sul movente dell'aggressione. L'ipotesi è che si tratti di un regolamento di conti.

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