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Detenuto di 50 anni si toglie la vita in cella a Regina Coeli: è il secondo nelle ultime 12 ore

È stato trovato questa mattina nella sua cella, privo di vita. “È una strage senza fine”, ha commentato Gennarino De Fazio Segretario Generale della UIlpa Polizia Penitenziaria. Nelle stesse ore rinvenuto il corpo di un altro detenuto impiccato in provincia di Avellino.
A cura di Beatrice Tominic
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Si è impiccato nel carcere di Regina Coeli: è il secondo detenuto morto suicida in 12 ore, il settantaduesimo dall'inizio dell'anno. Non è stato diffuso il suo nome, del detenuto che si è impiccato nella notte fra ieri e oggi, lunedì 16 e martedì 17 settembre 2024, sappiamo che aveva 50 anni e che era stato arrestato lo scorso 25 agosto, con l'accusa di reati legati ai maltrattamenti in famiglia.

Il detenuto suicida a Regina Coeli

Era in carcere dallo scorso 25 agosto, con l'accusa di reati connessi ai maltrattamenti in famiglia. Aveva 50 anni. Ha deciso di togliersi la vita dopo meno di un mese trascorso nel carcere, nella sua cella nella VII Sezione di Regina Coeli e si è impiccato. A ritrovare il corpo alcuni agenti nelle prime ore di questa mattina, alle 6.45. Inutili i tentativi di soccorso: l'uomo era già senza vita.

Nelle stesse ore, nel carcere di Ariano Irpino, in provincia di Avellino, è stato rinvenuto il corpo di un altro detenuto, anche lui impiccato nella sua cella e trovato già morto questa mattina: aveva 32 anni ed era di origine nigeriana, si trovava in carcere per reati connessi all'immigrazione clandestina.

Detenuti suicidi: "Una strage senza fine"

"Ai 72 suicidi in carcere, vanno aggiunti i sette agenti della polizia penitenziaria che si sono tolti la vita nel 2024: è una strage senza fine e senza precedenti. È il fallimento più totale del sistema carcerario", ha commentato Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UIlpa Polizia Penitenziaria.  "Regina Coeli è uno dei penitenziari più sovraffollati del nostro Paese: in spazi programmati per 626 detenuti, ne vivono 1168, il 184% in più". Non è un caso che nel mese di luglio alcuni detenuti siano stati trasferiti per il sovraffollamento e il troppo caldo. "

E mentre i detenuti aumentano, nel corpo di polizia penitenziaria ci sono carenze nell'organico: sono assegnati 350 agenti quando ne servirebbero 709 – continua De Fazio – E tutti lavorano e vivono in strutture fatiscenti, con dotazioni inadeguate, carenze nell'assistenza sanitaria e psichiatrica e approssimazione organizzativa". A pagarne le spese sono detenuti e operatori. "Servono interventi urgenti e tangibili per deflazionare la densità detentiva, potenziare il Corpo di polizia penitenziaria e assicurare l'assistenza sanitaria e psichiatrica. Vanno avviate riforme complessive per reingegnerizzare le prigioni e riorganizzare la Polizia penitenziaria. Siamo a un passo dal baratro", ha ribadito in conclusione.

Le reazioni della politica

Non appena appresa la notizia, è arrivato il commento della consigliera regionale del Lazio e coordinatrice della segreteria nazionale del Pd Marta Bonafoni. "Come ribadito dai Garanti delle persone sottoposte a misure restrittive della Regione Lazio e di Roma Capitale, Stefano Anastasia e Valentina Calderone, è necessario procedere con la chiusura della sezione e la riorganizzazione di un reparto di accoglienza – ha dichiarato in una nota – A questo punto, ritengo doverosa un'audizione della direttrice della Casa circondariale Regina Coeli e del provveditore regionale dell'Amministrazione penitenziaria. Quanto accaduto è l'ennesima conferma del fatto che il Governo, al di là di decreti vuoti o liberticidi, non sta facendo nulla per affrontare realmente le problematiche delle carceri, a partire dal sovraffollamento che è concausa di questi suicidi".

Poco dopo si è espressa anche Ilaria Cucchi, senatrice di Alleanza Verdi Sinistra: "Ancora un tragico suicidio nel carcere di Regina Coeli, il terzo dall'inizio dell'anno nella famigerata VII sezione, un reparto disumano che deve essere immediatamente chiuso, così come chiediamo da tempo. È inaccettabile che si continui a ignorare l'urgenza di un intervento drastico e risolutivo – ha spiegato in una nota – Questa situazione è indegna in uno Stato di diritto: servono spazi adeguati e, soprattutto, personale qualificato per prevenire tragedie come questa. In un luogo che dovrebbe avere la funzione di recupero e reinserimento, la dignità e il rispetto della vita umana sono ormai del tutto assenti. È indispensabile agire subito, prima che altre vite vengano spezzate", ha poi concluso.

Le fa eco il consigliere di Alleanza Verdi e Sinistra alla Regione Lazio, Claudio Marotta: "Ennesimo dolore annunciato, nell'emergenza continua dei luoghi di privazione della libertà personale in tutta Italia. La VII Sezione di Regina Coeli ospita oggi più di mille detenuti, a fronte di 626 posti previsti. È un luogo di ingresso e di transito, ma svolge funzione anche disciplinare e di isolamento sanitario – puntualizza – Per questo i detenuti spesso sono costretti a trascorrere in cella gran parte della giornata, in condizioni di insostenibile sovraffollamento. Sosteniamo con forza la richiesta urgente di chiusura della sezione avanzata dal Garante delle persone private della libertà personale Stefano Anastasìa. Regina Coeli ha bisogno di spazi di accoglienza e personale qualificato che permettano una vita degna dentro l'istituto tanto per le persone detenute, quanto per coloro che ci lavorano".

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