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Detenuto 31enne si uccide impiccandosi nel carcere di Regina Coeli

Nuovo suicidio in carcere al Regina Coeli, dove un detenuto 31enne si è tolto la vita impiccandosi in cella. L’allarme del segretario generale di Uilpa polizia penitenziaria: “Urgente un decreto-legge per il deflazionamento della densità detentiva, assunzioni straordinarie e accelerate”.
A cura di Alessia Rabbai
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Un uomo di trentuno anni si è suicidato nel carcere di Regina Coeli a Roma. Il detenuto si è tolto la vita impiccandosi in cella. L'episodio risale alla serata di ieri, martedì 4 giugno. Si tratta di un uomo di nazionalità pakistana, per il quale non c'è stato nulla da fare se non constatarne il decesso, quando gli agenti della polizia penitenziaria lo hanno ritrovato intorno alle 23, era già morto. Secondo le informazioni apprese si trovava in carcere da settembre del 2023 per i reati di rapina e lesioni ed era in attesa di giudizio.

"Urgente decreto legge per deflazionamento della densità detentiva"

A rendere nota la notizia è stato il segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria Gennarino De Fazio, che ha lanciato un appello al ministro della Giustizia Carlo Nordio e al Governo Meloni, di prendere atto dell’"emergenza senza precedenti" con la richiesta urgente di varare un decreto-legge per consentire il deflazionamento della densità detentiva, assunzioni straordinarie e accelerate nel Corpo di polizia penitenziaria rafforzandone la formazione e il potenziamento della sanità inframuraria, riforme strutturali e riorganizzative. "Quello di ieri sera è il 39esimo suicidio di un detenuto dall’inizio del 2024, al quale si aggiungono quelli di quattro persone appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria. Non si attenua la spirale di morte senza precedenti che investe il carcere nel sostanziale disinteresse della politica prevalente".

"Carenza di polizia penitenziaria nelle carceri"

De Fazio commentando la tragedia ha definito il carceredi Regina Coeli emblema della disfunzionalità e della crisi del sistema carcerario italiano "con circa 1.140 detenuti presenti a fronte di una capienza di 628 posti regolamentari e con poco più di 300 appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria in servizio, quando ne servirebbero almeno il doppio. Un sistema che invalida il percorso prioritario della giustizia penale".

"91 decessi in carcere nel 2024"

E continua: "Di tutto questo però la politica, almeno quella prevalente e della maggioranza di Governo, al di là di qualche dichiarazione di facciata, non sembra interessarsi compiutamente, così il tema penitenziario non trova spazio neppure nella campagna elettorale, salvo che dietro le sbarre non finisca proprio un politico o il ‘forti’ di turno. Sovraffollamento detentivo ormai giunto al 130%, penuria di organici della polizia penitenziaria a cui mancano almeno 18mila unità e l’enorme problema dell’assistenza sanitaria e psichiatrica costituiscono un mix esplosivo. Perché, non va sottaciuto che, mentre nel Paese si dibatte, giustamente, delle vergognose liste d’attesa nella sanità, nelle carceri la situazione è ben peggiore e, troppo spesso, ciò che si attende è la morte, come dimostra il numero dei decessi che nel 2024 ammontano complessivamente a 91″.

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