video suggerito
video suggerito

Detenuta uccise i figli piccoli nel nido del carcere: assolta la psichiatra di Rebibbia

Lorena Bianchi, la psichiatra del carcere di Rebibbia accusata di omicidio colposo per la morte dei due piccoli, è stata assolta. “Prendiamo atto della sentenza del tribunale – ha dichiarato l’avvocato di parte Civile, Andrea Palmiero -. Leggeremo le motivazioni nella speranza che la procura faccia appello”.
A cura di Natascia Grbic
7 CONDIVISIONI
Immagine

È stata assolta Lorena Bianchi, la psichiatra del carcere di Rebibbia accusata di omicidio colposo per la morte di due fratellini, uccisi dalla madre detenuta nel reparto nido del penitenziario. La procura aveva chiesto due anni e nove mesi di carcere. Secondo l'accusa, Bianchi non aveva visitato la donna per ben tre volte, nonostante le sollecitazioni della vice direttrice del carcere, allertata dal comandante del reparto e dal personale del nido. Alice Sebesta, che già dal giorno dopo il suo arresto aveva dato segni di forte squilibrio mentale, ha ucciso i suoi figli lanciandoli dalla tromba delle scale: la piccola di sei mesi è morta sul colpo mentre il più grande pochi giorni dopo all'ospedale Bambino Gesù di Roma. Subito dopo averli aggrediti, Sebesta ha cominciato a urlare "Li ho liberati!". Assolta per vizio totale di mente dall'accusa di omicidio, dovrà comunque scontare quindici anni in una Rems, struttura sanitaria di accoglienza per gli autori di reato affetti da disturbi mentali.

"Prendiamo atto della sentenza del tribunale – ha dichiarato l'avvocato di parte Civile, Andrea Palmiero -. Leggeremo le motivazioni nella speranza che la procura faccia appello".

Alice Sebesta era stata arrestata un mese prima degli omicidi per questioni legate alla droga. Insieme a lei erano stati portati in carcere i figli piccoli: Faith, di appena sei mesi, e Divine, poco più grande. Mentre stavano andando a pranzare l'allora trentenne li aveva presi e scaraventati giù dalle scale, urlando "Li ho liberati, adesso stanno bene!". Un gesto improvviso, repentino, contro cui gli operatori penitenziari non sono riusciti a fare nulla. La piccola è morta immediatamente. Il più grande è arrivato al Bambino Gesù in condizioni disperate, con le funzioni cerebrali compromesse. È poi morto qualche giorno dopo, nonostante gli sforzi dei medici di salvargli la vita.

7 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views