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Omicidio Desirée Mariottini a Roma

Desirée Mariottini, un testimone in aula: “L’ho vista viva, era blu in volto e strafatta”

Nonostante le violenze subite, nonostante stesse male, nessuna delle persone presenti nello stabili di via dei Lucani ha pensato di chiamare aiuto e salvare Desirée Mariottini, morta dopo essere stata violentata da quattro uomini. La giovanissima era arrivata a San Lorenzo in cerca di stupefacenti, quando è finita nella rete dei pusher che l’hanno fatta drogare e hanno abusato di lei.
A cura di Redazione Roma
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Desirée Mariottini
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Boujema Kais, cittadino di nazionalità marocchina, è uno dei testimoni chiamato a deporre nel processo sulla morte di Desirée Mariottini, la 16enne violentata e lasciata morire in uno stabile in via dei Lucani nel quartiere di San Lorenzo, dopo aver assunto una dose massiccia di stupefacenti. Anche l'uomo si trovava nello stabile il giorno della morte di Desirée e ha riconosciuto in aula i quattro uomini accusati della sua morte.

Kais, 52 anni oggi in carcere, ha riferito come la giovane di Cisterna di Latina si presentasse a tutti come più grande della sua età, ma come fosse evidente che non fosse maggiorenne. "Ha mostrato il tesserino col codice fiscale di un parente più grande, ma era chiaro che fosse piccolina", sono le parole dell'uomo riportate dal Corriere della Sera.

"Desirée l’ho vista ancora viva, nel container con uno dei violentatori. Era completamente blu in volto. Le ho chiesto una cosa. Mi ha risposta stizzita. Abbiamo litigato. Farfugliava. Si vedeva che era strafatta", aggiunge. Il 52enne racconta come il 18 ottobre del 2018 in tanti hanno visto Desirée stare male, ma nessuno è intervenuto, tutti pensavano semplicemente che la ragazzina si "riprendesse", nonostante stesse male, nonostante gli abusi subiti.

La morte della giovanissima ragazza di Cisterna di Latina, arrivata nella capitale per procurarsi della droga lontana dal paese dove viveva dalla famiglia, ha accesso i riflettori sullo stato di abbandono nella zona di via dei Lucani, punto di riferimento per spacciatori e consumatori, ora oggetto di un progetto di riqualificazione non ancora partito, dopo lo sgombero degli sbandati che vi avevano trovato rifugio.

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